III Domenica ordinario anno B – tempo, conversione, fede, chiamata

Quattro parole: tempo, conversione, fede, chiamata … Sono queste le parole, suggerite dalle letture, sulle quali vorrei riflettere con voi oggi.

Al tempo di Gesù non vi erano i giornali, ma se vi fossero stati si sarebbe potuto fare un grande titolo, da prima pagina riprendendo proprio le parole del Vangelo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Esattamente come si aspetta una persona che ci è particolarmente cara o la realizzazione di qualcosa a cui teniamo molto, la persona che si attendeva è giunta, quanto abbiamo sperato si realizza: il tempo dell’attesa è finito e la gioia esplode dai nostri cuori. Vi è un passaggio, in continuità, da un tempo trascorso a quello presente che è segnato da una novità unica.

L’ umanità da sempre ha creduto all’ esistenza della divinità, solo dopo l’illuminismo, che ha prodotto tanti danni, l’uomo ha cercato di estromettere la dimensione del sacro e del divino dalla sua vita. Il problema è se la divinità è lontana o è vicino all’uomo, se si interessa di lui o se si disinteressa. Ecco allora la Notizia da scrivere a caratteri cubitali! Con la venuta di Gesù fra noi Dio ci dice che gli interessiamo e come; che per lui siamo importanti e che viene in modo unico e definitivo nella nostra storia. Ecco il titolo da prima pagina!!!

La scena della storia umana, quindi, cambia completamente, non rimane più la stessa. Ce lo rammenta l’apostolo Paolo: “Passa infatti la figura di questo mondo!” Cosa di cui noi ci scordiamo spesso, anche se, specchiandoci, aumentano i capelli bianchi e sui nostri volti vi è qualche ruga in più.
Di fronte a questo evento quali sono gli atteggiamenti che si devono assumere?

“Convertitevi” dice Gesù: difficile la conversione. Se vogliamo capire cos’è la conversione guardiamo al personaggio della prima lettura: Giona.

Giona viene chiamato da Dio per essere inviato a Ninive, capitale dell’Assiria, e gli assiri non erano certo amici degli ebrei, per esortare alla conversione. Per Giona questo è incredibile. Come può Dio interessarsi di loro che sono così lontani dalla legge di Dio.
Giona non vuole proprio saperne di andare a predicare la conversione ai niniviti.

Questo ci dice che prima della conversione dei niniviti è il profeta stesso che si deve convertire a quello che gli sembra un assurdo progetto di Dio. Questo è fondamentale per noi che vorremmo che gli altri cambiassero, si convertissero, ma noi siamo disposti ad accettare gli incredibili piani di Dio? Così il profeta di fronte alla reazione degli abitanti della città, nella quale giunge dopo diverse peripezie, e accolgono l’appello di Dio alla conversione.

Dio stravolge completamente la vita di Giona e, facendo così, ci ricorda di ascoltare le sue parole e di aiutare gli altri con le parole che egli ci dice.

Ci chiede anche di non essere cattivi e duri con quelli che hanno sbagliato.

Se le persone che hanno sbagliato si pentono, chiedono perdono, allora bisogna essere contenti di perdonarli e accoglierli

“Credete nel Vangelo”. L’ altro atteggiamento è quello della fede.
Credere in Gesù attraverso il quale noi facciamo esperienza della vicinanza, dell’amore e della bontà di Dio. Accogliere Lui vuol dire accogliere la manifestazione del Regno di Dio, Regno di amore, di giustizia, di pace già presente fra noi in Gesù

Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Chiamata e risposta.
Gesù chiama questi pescatori, perché stando con Lui, poi possano parlare ad altri. Guidare altri a conoscere e ad amare Gesù.

Allora se il Signore chiama, e lo fa, perché lo fa?

Perché non vuole degli automi, dei robot programmati, ma degli uomini che liberamente accettino di diventare suoi collaboratori e partecipi della sua missione e si mettano in cammino dietro Lui.

Giona chiamato subito non vuole andare prima di rendersi disponibile a quanto il Signore voleva da lui, Giacomo, Giovanni, Andrea e Simone lasciano quanto stanno facendo e si mettono a seguire Gesù.

Noi a chi assomigliamo? Più a Giona o più ai pescatori, che dovranno poi anche loro fare il loro percorso per accettare Gesù, che si presenta in modo così diverso da quel Messia che attendevano?

Le implicanze per la nostra vita sono molteplici e occorre sul serio vivere in un nuovo orizzonte. Essere consapevoli che le nostre realtà umane, importanti, da non vivere in maniera superficiale, vanno vissute orientate alla luce del Vangelo. Avere la consapevolezza che i beni materiali, quanto viviamo, quanto facciamo sono via e mezzo per giungere a quella piena comunione con Dio che già siamo chiamati a vivere, ma che ci verrà svelata in pienezza quando ci incontreremo con il Signore e lo contempleremo “faccia a faccia” e alla sua seconda venuta nella gloria.
Vivere bene il tempo della nostra vita è, quindi, importantissimo consapevoli che: “passa infatti la figura di questo mondo!” (2 lettura).

Deo gratias, qydiacdon

 

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