II Domenica di Quaresima anno A 2017 – Una luce nel buio: la trasfigurazione; omelia con i bambini e i genitori del catechismo

Siamo quasi in primavera. Le piante cominciano a mettere le gemme, alcune sono già fiorite, i prati sono verdi, la mattina presto sento cinguettare quando comincia a far giorno.

Chi l’avrebbe detto un po’ di tempo fa, quando le giornate erano corte, veniva giorno tardi, sera presto e non si sentiva nessun cinguettio. Gli alberi erano senza foglie, come rinsecchiti, morti … una tristezza! Eppure sta per avvenire un’esplosione di colori e di luci, la buona stagione è vicina, tutto sembra prendere una nuova forma, (questo significa la parola trasfigurare), rivestirsi di luce nuova.

Gesù è venuto a dirci che il Padre ha un bellissimo progetto per l’uomo per ciascuno di noi, ma lo fa attraverso un modo strano, anche difficile da accettare.    
Viene in mezzo a noi e per trent’anni fa una vita semplice, quasi insignificante. Che sarebbe come dire oggi: niente titoli da prima pagina sui giornali, conferenze stampa affollate di giornalisti, cronisti, fotografi. Poi a un certo momento si mette a predicare e riscuote anche successo, compie dei segni, ma vi sono anche quelli che dicono che è un mangione, un ubriacone, frequenta gente che non ha certo una buona reputazione … e quello sarebbe il figlio di Dio, Dio che è venuto fra gli uomini per raccontarci che Dio ha per noi un progetto bellissimo …

Poi proprio un po’ di tempo prima di quello che ci ha descritto il Vangelo che abbiamo ascoltato si è messo a dire “che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.”

Ma allora quel progetto bellissimo? (spesso si dimentica una parola: risorgere)

È difficile accettare tutto questo! Il modo come Gesù si presenta, il fatto che il progetto di Dio passi attraverso la Croce. Tant’ è che Pietro scandalizzato gli dice: “Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai”.

Un po’ come facciamo anche noi quando Gesù nel Vangelo ci dice di non vendicarci, di essere persone che sanno rappacificarsi, riconciliarsi, chiedere scusa, di essere sinceri e coerenti, di essere capaci di sacrifici per entrare nel Regno di Dio, di fidarci di Dio che sa ciò di cui abbiamo bisogno.

Ecco che allora Gesù vuole rassicurarli e lo fa su quel monte dove è salito con Pietro, Giacomo, Giovanni. E cosa succede?

Qualcosa che può assomigliare a quello che succede in questi giorni con la natura! I rami secchi cominciano a fiorire, la natura che era così brutta diventa bellissima.

Oppure che può assomigliare a quello che accade al bruco, che diventa farfalla. Chi l’avrebbe mai detto che quel bruco per niente affascinante e pelosetto sarebbe diventato una farfalla bellissima.

Così Gesù mostra quello che è veramente, il suo essere Dio, il suo essere Figlio del Padre che è nei cieli.

Ed è una cosa straordinaria, talmente grande che l’evangelista non ha parole adeguate per descriverla e parla di sole, di luce. Pietro preso dall’ entusiasmo non vuole più scendere: facciamo tre tende! …

Gesù facendo questo invita i suoi a fidarsi di Dio, non solo Pietro, Giacomo e Giovanni, ma anche noi. Ci invita ad abbandonarci a Dio, come ha fatto Abramo che abbiamo incontrato nella prima lettura.
Noi che pretendiamo di sapere e di conoscere anche più di Dio stesso. Umiltà e fidiamoci di Lui!

Gesù non viene con potenza, ma con pazienza, in povertà e per noi soffre. Quando siamo anche noi in queste situazioni e può succedere ricordiamoci che il Signore non si è vergognato di condividere queste situazioni e che comunque sta camminando con noi e alla fine Lui vince, vince anche la morte. Così  la trasfigurazione ci dice anche che non tutto finisce quaggiù, e questo accende in noi una grande gioia, una grande speranza.

Ascoltatelo dice la voce del Padre dalla nube! Ascoltiamo la voce di Gesù e scendiamo dal monte per andare nel mondo con la luce del Vangelo perché
con noi e attraverso noi, guidati da Gesù, il mondo possa assumere una nuova forma, possa essere trasfigurato con l’amore, quell’ amore che Gesù ha vissuto e ci ha insegnato!

Deo gratias, qydiacdon

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