… I soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei catturarono Gesù … – Meditazione sulla Passione di S. Giovanni 18,1 – 19,42

Abbiamo appena contemplato una vicenda tragica, un dramma! Vorrei che richiamaste alla mente tutti i passaggi di questo dramma, assieme ai personaggi che ruotano attorno al protagonista assoluto: Gesù.
Cercate di fissare i loro volti, i loro atteggiamenti e con quale di essi ci potremmo identificare nelle nostre giornate, nella nostra vita.
Provo ad elencare: la folla dei Giudei, Giuda, Pilato, Pietro, Anna, Caifa, la guardia che dà lo schiaffo a Gesù, Maria e le donne, Giovanni.

Impossibile in questo breve spazio esaminarli tutti, mi fermerò solo su alcuni, lasciando poi a voi il compito di proseguire personalmente sugli altri.

I Giudei
Hanno acclamato Gesù al suo ingresso a Gerusalemme, dichiarandolo profeta, ma ora non esitano a gridare: “crocifiggilo” e a chiedere in cambio la liberazione di Barabba.

*Il cuore dell’uomo è mutevole come canna che si piega secondo la direzione da cui proviene il vento. Così accade anche a noi quando seguire Gesù diventa troppo gravoso e impegnativo, esigente al punto di dover dare di sé … Allora Cristo è ingombrante! Sì meglio toglierlo di mezzo, che vada a morire fuori della città e dalla nostra vita, lontano dal nostro quotidiano e dal nostro cuore! Magari, poi, anche noi passiamo sotto la Croce, chiedendo di mostrarci di essere quel Re il cui titolo è il cartiglio, che vi hanno posto sopra. Re non solo dei Giudei, ma per ogni uomo che gli apre le porte del cuore!

Pietro
Impetuoso, facile all’ entusiasmo, che nei sinottici afferma di essere pronto a morire, a soffrire con Gesù!
Ma in quest’occasione, anziché rendere testimonianza misconosce e rinnega il Signore non una, ma tre volte!

*Vi sono pagine del Vangelo che ci entusiasmano: i miracoli, la parabola del Padre Misericordioso o Figliuol prodigo. Altre ci commuovono e ci inteneriscono, pensiamo ai Vangeli della nascita di Gesù. Altre ancora che ci riempiono di speranza: Lazzaro, i Vangeli della Risurrezione.

Altre, invece, le accantoniamo, non le leggiamo e le predichiamo troppo poco, quelle, ad esempio che ci richiamano sul fatto che dovremo rendere conto a Dio dei suoi doni, del suo amore, della sua misericordia; quelle che parlano del giudizio, del perdono sempre, della rinuncia alla vendetta, di abbandono fiducioso nella Provvidenza di Dio, anche se le erbacce sembrano soffocare il grano buono.

Allora come Pietro facciamo finta di non conoscere Gesù! Sì ne abbiamo sentito parlare… ma non siamo né caldi né freddi: “Conosco le tue opere: ti non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,15-16)

È la cosa più terribile che possa accaderci, per noi chiamati ad essere cristiani e a rendere testimonianza e ragione della nostra speranza che è una sola: “Gesù crocifisso e risorto”, in un mondo sempre meno cristiano e sempre meno disposto a lasciarsi illuminare da Gesù!

Non siamo tiepidi, annunciamo con tutto noi stessi quel Gesù che ci ha amati fino alla fine! Una fine che non si conclude con la morte in Croce, ma che si apre alla Risurrezione, e la sua Risurrezione è annuncio e garanzia della nostra.

Giuda.
Che dire poi di quello che qualcuno ha chiamato “nostro fratello Giuda”, (d. Mazzolari), che ha tradito Gesù con un bacio.

*Ma quante volte siamo Giuda anche noi. Quante volte tradiamo la nostra amicizia con il Signore seguendo la nostra caparbietà, voltandogli apertamente le spalle, o, anche più semplicemente rimanendo indifferenti a quanto Egli dice.
Non ci rendiamo conto che così facendo non solo tradiamo Lui, ma tradiamo noi stessi, “la nostra anima, i nostri fratelli, la nostra coscienza, e diventiamo degli infelici cronici.

Infine Maria, Giovanni, le donne
Non sono fuggiti, non hanno paura di rimanere accanto a Lui, sotto la croce di continuare a piangere di fronte a un Dio così strano che non si ribella, non reagisce davanti alla violenza cieca e insensata degli uomini.
Chissà quali saranno stati i loro pensieri, specialmente di Maria, che ha vissuto l’esperienza di una maternità unica: quella del Figlio di Dio. Eppure sono lì in una muta, dolorosa testimonianza d’ amore! Ad amore, amore risponde: Gesù ci affida alla Madre e affida a noi la Madre.

*Avremo anche noi lo stesso coraggio, la stessa perseveranza? Lo Spirito Santo ci doni la fortezza per una testimonianza coraggiosa.

Con quali di questi personaggi ci identifichiamo? Con uno in particolare o con tutti? Sì, perché anche noi siamo a volte come la folla dei giudei, Pietro, Giuda, ma anche Pilato, Anna, Caifa, la guardia che schiaffeggia Gesù, ma speriamo anche di essere come Maria, Giovanni, le donne che non hanno paura di rimanere accanto al crocifisso, che tanti portano come ornamento al collo o all’ orecchio, ma forse non sempre nel cuore. Solo se sapremo portarlo in noi, nella nostra vita potremo contemplare, essere illuminati da quella luce che non si spegnerà mai, quella della Risurrezione, che è la fonte della nostra speranza, il cuore della nostra fede e potremo riconoscere Gesù accanto a noi, come i discepoli di Emmaus “Allo spezzare del pane”

Deo gratias qydiacdon, 2017

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