Caso Marcier, la risposta dei Vescovi francofoni del Belgio

Ha fatto rumore la vicenda dell’Università Cattolica di Lovanio (UCL) che ha sospeso e infine licenziato il professore di filosofia Stéphane Mercier per aver scritto in una nota per i suoi studenti che “l’aborto è l’omicidio di una persona innocente”.
Image
Ma ciò che più ha colpito è stata la sostanziale approvazione che i vescovi del Belgio hanno dato alla cacciata del professore.

Mons. Guy Harpigny, Vescovo di Tournay, ha infatti risposto a nome dei vescovi francofoni del Belgio, a capo del Comitato Organizzatore dell’UCL, alla petizione lanciata a sostengo del prof. Mercier.

Il presule ha dichiarato che il testo ‘La filosofia per la vita. Contro un preteso diritto di scegliere l’aborto’ (scritto da Mercier per i suoi alunni), non esprime la posizione ufficiale della Chiesa cattolica perchè il corso «si situa dentro un punto di vista filosofico», mentre «il punto di vista della Chiesa implica un approccio teologico e pastorale».  
Nello stabilire questa separazione radicale tra filosofia e teologia all’interno della dottrina cattolica, il vescovo di Tournai ha contraddetto due importanti encicliche di Papa Giovanni Paolo II: Fides et ratio e Evangelium vitae.

La prima afferma categoricamente che «esiste una profonda e inscindibile unità tra la conoscenza della ragione e quella della fede» (§ 16) e che «la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con l’aiuto della ragione», mentre «la ragione, al culmine della sua ricerca, ammette come necessario ciò che la fede presenta» (§ 42) e che «la natura, oggetto proprio della filosofia, può contribuire alla comprensione della rivelazione divina» (§ 43). Al contrario «La fede, privata della ragione … [corre] il rischio di non essere più una proposta universale» e «cade nel grave pericolo di essere ridotta a mito o superstizione» (§ 48).

Di Fides et ratio, Mons. Harpigny ha inoltre dimenticato che «La teologia morale ha forse un bisogno ancor maggiore dell’apporto filosofico», perchè «Il Vangelo e gli scritti apostolici, comunque, propongono sia principi generali di condotta cristiana sia insegnamenti e precetti puntuali». Dunque, «per applicarli alle circostanze particolari della vita individuale e sociale, il cristiano deve essere in grado di impegnare a fondo la sua coscienza e la forza del suo ragionamento. In altre parole, ciò significa che la teologia morale deve ricorrere ad una visione filosofica corretta sia della natura umana e della società che dei principi generali di una decisione etica» (§ 68).

Inoltre, il vescovo di Tournay non sembra aver letto con attenzione Evangelium vitae, la quale dichiara che i testi della Sacra Scrittura «non parlano mai di aborto volontario e quindi non presentano condanne dirette e specifiche in proposito», le quali invece derivano dalla grande considerazione che queste hanno per l’essere umano nel grembo materno, da cui si può dedurre «come conseguenza logica» (ovvero filosofica!) che anche ad esso si estenda il comandamento di Dio: «non uccidere» (§ 61).

Queste sono le argomentazioni che il Prof. Mercier ha sviluppato dal punto di vista filosofico nel suo corso, in piena armonia con gli insegnamenti della Chiesa. Un approccio che non può essere, come vorrebbe mons Harpigny, solo “teologico e pastorale”.

Il Vescovo di Tournay scava dunque un fossato artificiale e non ortodosso tra la teologia e la filosofia. Nella sua lettera dichiara che lui e i suoi confratelli francofoni dell’episcopato belga «appoggiano le autorità accademiche dell’UCL», le quali «non devono pronunciarsi su una questione teologica o religiosa, ma sulla realizzazione di un corso di filosofia»…

…come se la teologia e la filosofia fossero due rette parallele che mai si incontrano, e soprattutto come se l’UCL non fosse un’università cattolica!

Deplorevole dal punto di vista intellettuale, questo atteggiamento rappresenta una penosa presa in giro deontologica che consiste nel dire: noi vescovi purtroppo non possiamo sostenere il Sig. Mercier perché lui non insegna teologia … appoggiamo invece le autorità dell’UCL perché loro lo condannano in nome della filosofia!

Il “Comitato Organizzatore” dell’Università Cattolica di Lovanio vuole forse lavarsi le mani, come Ponzio Pilato, nel nome di un “fideismo” ripugnante?

Sono domande che meritano una risposta, soprattutto da parte di chi guida delle Diocesi. Noi, comunque, continueremo a vigilare sulla situazione e a sostenere il prof. Mercier che adesso dovrà cercarsi un nuovo lavoro.

Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *