Madonna del Carmelo – Lo Scapolare, l’amore di Maria che veste i suoi figli

Oggi ricorre la festa della Madonna del Carmelo, a ricordo della data tradizionale del 16 luglio 1251, quando la Vergine apparve a san Simone Stock e gli consegnò lo Scapolare, «un segno di salvezza» per quanti lo avrebbero indossato fino alla morte. Molti Papi hanno confermato le promesse legate a questa devozione, fondata sulla protezione materna di Maria e inscindibile da una vera pratica cristiana. Disse Pio XII: “Non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della Vita Eterna”.

 

LE ORIGINI DELL’ORDINE CARMELITANO

Il 16 luglio ricorre la memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, per noi carmelitani la maggiore solennità dell’anno. Il nome ufficiale dei Carmelitani è infatti quello di “Fratelli di Nostra Signora del Monte Carmelo”.

L’Ordine Carmelitano non ha un vero e proprio fondatore: sorse spontaneamente a partire da monaci eremiti che si ritiravano sulle pendici del Monte Carmelo in Palestina, per vivere una vita di contemplazione sull’esempio del profeta Elia. A partire dal IV secolo il loro numero crebbe fino a quando, nel XII secolo, si rese necessaria una Regola. Una prima stesura di “Formula vitæ” fu scritta nel 1206 da Sant’Alberto, patriarca di Gerusalemme, e fu confermata da Papa Onorio III nel 1226. L’approvazione della Regola Bollata richiese un lungo iter che si concluse solo nel 1247, data ufficiale di nascita dell’Ordine Carmelitano.

Purtroppo, l’invasione della Terra Santa da parte dei maomettani e le conseguenti stragi e persecuzioni, resero presto necessaria la fuga dei religiosi dal Monte Carmelo verso l’occidente. Il cambiamento di contesto rese loro impossibile proseguire lo stile di vita eremitico che conducevano in Palestina. Fu imposto ai monaci di operare una mutazione della regola verso uno stile più cenobitico, sull’esempio degli ordini mendicanti già presenti. Ne conseguirono tensioni interne che vennero aggravate dalle difficoltà poste dal Concilio Lateranense IV sulla costituzione di nuovi ordini religiosi.

LO SCAPOLARE E LA DATA DEL 16 LUGLIO Continue reading

XV Domenica ordinario C: Cosa devo fare

Tutte le letture oggi invitano a riflettere su ciò che il credente deve fare!

Mosè che dice al popolo:
«Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti …”; il dottore della legge che pone a Gesù la domanda “«Maestro, che cosa devo fare”… vi è poi quella postilla : “per avere la vita eterna”. Già per avere la vita eterna. Non so se noi cristiani pensiamo qualche volta alla vita eterna e a guardare bene spesso rimango perplesso! In una cultura e un modo di vivere in cui prevale il fare piuttosto che l’essere sembra che i cristiani non vivano poi così diversamente dagli altri e che si scordino di questa realtà grande che ci è donata per cui Gesù ha dato la vita. Certo non bisogna cadere come è avvenuto in passato nel quietismo religioso, che esclude l’impegno concreto di tradurre in atti, atteggiamenti, in opere vogliamo dire, ciò che la fede propone di annunciare, vivere, testimoniare.

Occorre, però, anche evitare il pericolo di ritenere che basti fare cadendo in un attivismo che rischia di trasformare la vita cristiana in una ONG, in buona fede certamente e senza scopo di lucro. Continue reading

Dite loro è vicino il Regno di Dio

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

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L’ evangelista Luca ci racconta la missione del gruppo più numeroso dei discepoli. La prima , (missione), nel numero di dodici inviati, richiamava  le tribù di Israele; la seconda col numero settantadue, richiama tutta l’ umanità: settantadue era infatti il numero dei popoli della terra secondo l’elenco dell’antico Libro della Genesi. poi esaminare quali siano le istruzioni che ricevono gli inviati di Gesù.
Le due missioni sembrano dirci che, se la salvezza deve essere proposta prima di tutto al popolo ebreo, deve però arrivare fino ai confini del mondo.(…) E’ interessante poi esaminare quali siano le istruzioni che ricevono gli inviati di Gesù. Continue reading

Noi non siamo i nostri peccati, noi possiamo fare dei peccati!

Ma siamo sempre immagine e somiglianza di Dio, cioè potenzialità di amore, di bene, di bellezza, di verità.
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». (Mt 9,9-13) Continue reading

L’ASSISTENTE SOCIALE LGBT TOGLIE I FIGLI PER DARLI A DUE LESBICHE… ALMENO ADESSO TUTTI CAPIRANNO LA PERICOLOSITA’ DELLA LOBBY GAY Gli arresti a Reggio Emilia fanno emergere storie raccapriccianti, come quella di Silvia, tolta ai genitori per abusi inventati dalle assistenti sociali e affidata a due lesbiche militanti (che l’hanno pure maltrattata)

È la famiglia la grande nemica della maxi inchiesta “Angeli e demoni” con la quale la procura di Reggio Emilia ha spiccato 6 ordini di arresto e posto sotto indagine 17 persone. Sono tutti accusati di reati pesantissimi che vanno dai maltrattamenti alle lesioni fino a reati amministrativi come abuso d’ufficio assistenti sociali, psicologi e medici tutti gravitanti attorno al centro La Cura di Bibbiano, una delle strutture considerate più all’avanguardia della Regione nella gestione degli affidi famigliari su bambini vittime di abusi o tolti alla famiglia d’origine per le più svariate criticità. Anche il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti è finito ai domiciliari per quello che il sistema mediatico ha già ribattezzato come un pesante macigno sul sistema del welfare “rosso” un tempo fiore all’occhiello della Regione.
Tra le carte della corposa ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi figura un sistema in cui i servizi sociali, insieme a una Onlus di Moncalieri, la Hansel & Gretel, cercavano di dimostrare nei procedimenti giudiziari che i minori erano stati oggetto di violenze da parte dei genitori e per farlo si era disposti anche a utilizzare strumenti di tortura come una macchinetta a impulsi chiamata dagli psicologi “la macchina dei ricordi”. Violenze che però non hanno mai avuto alcun riscontro fattuale.
I giornali stanno raccontando con dovizia di particolari gli episodi, che mostrano come i minori, quasi tutti provenienti da contesti famigliari critici, fossero sostanzialmente indotti con metodi illegali ad ammettere casi di violenze famigliari per poi giustificare gli affidi famigliari a persone vicine ai dirigenti dei servizi sociali. Un meccanismo che – se venisse confermato l’impianto probatorio – ci rimanderebbe ai figli sottratti dai colonnelli argentini ai genitori torturati nel Garage Olimpo o che, per stare più vicini, ricorda la tragica vicenda della Bassa modenese in cui 16 bambini furono allontanati per sempre dalle famiglie d’origine per accuse mai dimostrate e rivelatesi false.

TOGLIERE BAMBINI A MAMMA E PAPÀ
Leggendo le carte del giudice però, a fronte della mole di materiale raccolto dagli inquirenti, potrebbe sfuggire un filo conduttore che accomuna queste terribili storie. E che il giudice mette nero su bianco a pagina 253 della sua ordinanza: «Costruire un’avversione psicologica dei minori per la famiglia di origine». Togliere bambini a mamma e papà con una facilità estrema, a volte sulla base solo di sospetti e fare di loro ciò che un ente superiore, lo Stato, decide. Per capire l’inchiesta di Reggio Emilia, bisogna accettare di scendere nei bassifondi di questo folle pregiudizio che porta a cosificare il bambino facendolo un oggetto di interessi superiori. Un pregiudizio, quello antifamilista, che investe il ruolo dei genitori, soprattutto maschi, da colpire con ogni mezzo e con ogni scusa, umiliando la loro libertà e amplificando le criticità che ogni famiglia presenta, ma che non sempre deve per forza essere indice di patologia.
I punti focali di questo pregiudizio, che proietta alla lunga l’ingombrante e inquietante immagine di uno Stato, qui rappresentato dai servizi sociali di un Comune, che si prende i bambini, li fagocita in un sistema perverso di dominio e di controllo, è rappresentato dai metodi della Onlus Hansel & Gretel, i cui psicologi «gli assistenti sociali erano convinti che fossero i migliori cui rivolgersi per ottenere il risultato da loro agognato dell’emersione, a tutela dei minori, del ricordo dell’abuso della cui sussistenza erano fermamente convinti». Peccato però che a fronte di questo sforzo non ci fossero abusi da far emergere.
E i servizi sociali di Bibbiano sono così il principale problema di questa storia. E soprattutto la dirigente del servizio finita agli arresti domiciliari, Federica Anghinolfi, perché – come spiegato ieri ai cronisti dal procuratore capo Marco Mescolini – sussistono i requisiti di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Il giudice stesso conferma di ritenerla «il deus ex machina della gestione dei presunti abusi». Lei che si dimostra avversa al contesto famigliare in virtù – dice il giudice – anche delle sue «profonde convinzioni e condizioni personali a sostenere con erinnica perseveranza la causa dell’abuso da dimostrarsi ad ogni costo». Da che cosa deriva questa testardaggine? Ad esempio dalla sua carenza di equilibrio nel definire le figure maschili in famiglia dei «predatori maschi» e perché lo stesso fondatore della Hansel & Gretel, anch’egli finito ai domiciliari è stato in passato il suo terapeuta.
La donna infatti – e leggendo le carte questo emerge chiaramente – appartiene per ragioni ideologiche ad un contesto che punta alla demolizione della famiglia come è appunto l’universo Lgbt.

LA STORIA DI SILVIA
È lo stesso giudice a rimarcarlo quando dà conto di uno dei sei casi passati al vaglio degli inquirenti. Quello di Silvia (nome di fantasia), una bambina di 11 anni con crisi epilettiche data in affidamento ad una coppia di donne omosessuali unite civilmente da un anno. Due donne – una delle quale legata sentimentalmente in passato alla dirigente dei servizi sociali Anghinolfi – che prendono una bambina su cui ci sono dei sospetti mai dimostrati di abuso o maltrattamenti. Ebbene: alla fine è Silvia che viene maltrattata dalle donne, una delle quali presenta squilibri mentali evidenti.
«La bambina viene fatta oggetto di vessazioni psicologiche del tutto gratuite e nemmeno correlate a comportamenti indisciplinati della stessa, ma esclusivamente condizionati dall’esigenza di denigrare i genitori naturali ovvero dall’utilizzo della piccola come bersaglio di sfoghi o di rabbia dell’una o dell’altra affidataria». Insomma: la bambina viene allontanata dai genitori sulla base di presunti indizi di abusi, viene data in affido a una coppia di donne omosessuali, legate alla dirigente dei servizi, e viene – stavolta davvero – maltrattata dagli affidatari e fatta oggetto di utilizzo di elettrodi durante le seduta con la psicologa del centro Hansel & Gretel affinché riacquisti la memoria sugli abusi. Abusi di cui non ci sarà mai traccia né prova.
Viene inoltre rimarcato che le donne affidatarie hanno in comune con la dirigente del servizio «gli incentivi all’affidamento di bambini a coppie omosessuali nell’ambito del noto movimento Lgbt». In poche parole: le protagoniste di questa storia sono attiviste del movimento Lgbt che si battono per l’adozione – e l’affido – dei bambini alle coppie omosessuali. Un tema di stretta attualità e che è oggetto di vibrate critiche da parte del mondo psicologico e pedagogico. Ebbene: a Bibbiano e senza tanti problemi questo avveniva con il consenso del Comune. E, come abbiamo visto, avveniva con questi risultati. Un elemento in più per rimarcare che un minore non può crescere in un contesto famigliare con due omosessuali.
«Le due donne – scrive – attivissime nel campo della tutela dei diritti della comunità lesbica hanno condizionato la minore nell’imporre di non portare capelli sciolti ispirate ovviamente dal proprio orientamento sessuale».
D’altra parte la Anghinolfi della sua attività di militante Lgbt, anche in chiave di affido famigliare, non faceva mistero. Internet conserva ancora diversi suoi interventi pubblici (convegni, interviste, manifestazioni) proprio a favore della genitorialità gay. Il punto è perché un Comune si fidi a tal punto di una donna così militante da affidarle un servizio così centrale e delicato ed è su questo che il Pd è chiamato a dare risposte, vista la fiducia concessa a paladini di cause, la genitorialità gay, che è bene tenere lontano dai bambini.
Lo Stato onnipotente che prende i figli fragili o impotenti per farne cosa sua. Abbiamo visto questa ideologia totalitaria all’opera su altri casi legati all’educazione sessuale a scuola o alla precocità sessuale in ambito infantile. Ma anche con i tanti casi di bambini disabili – vedi Alfie Evans o Charlie Gard – in cui doveva prevalere il loro best interest che non ha coinciso con il restare in vita. L’inchiesta di Bibbiano apre uno squarcio inquietante anche su un altro modo di appropriarsi dell’infanzia. Col timbro dei servizi sociali e del “mitologico” welfare targato Emilia rossa.

Andrea Zambrano fonte Basta Bugie

SEA WATCH 3 La Tunisia è un porto sicuro. Il GIP di Agrigento non lo sa?

ll magistrato Alessandra Vella, Gip di Agrigento, non ha convalidato l’arresto di Carola Rackete, partendo dall’unico presupposto che la Tunisia non abbia porti sicuri e che il primo approdo sicuro fosse Lampedusa. Evidentemente non deve aver verificato bene, perché la Tunisia rispetta tutti i requisiti, vi operano sia l’Oim che l’Unhcr e i salvataggi sono numerosi.

Il magistrato Alessandra Vella non ha convalidato l’arresto di Carola Rackete, il comandante della Sea Watch, per insussistenza del reato di cui è accusata: atti di resistenza e di violenza nei confronti di una motonave della Guardia di Finanza. Il fatto contestato – si legge nell’ordinanza – “non può essere atomisticamente esaminato, ma deve essere vagliato unitamente ed alla luce di ciò che lo precede”: ovvero, il soccorso prestato a dei naufraghi che comporta l’obbligo di sbarcarli nel porto sicuro più vicino al luogo di soccorso.

“Il descritto segmento finale della condotta dell’indagata” scrive il magistrato per spiegare la non convalidazione dell’arresto “costituisce il prescritto esito dell’adempimento del dovere di soccorso il quale – si badi bene – non si esaurisce nella mera presa a bordo dei naufraghi, ma nella loro conduzione fino al più volte citato porto sicuro”. Siccome il porto sicuro era Lampedusa, l’indagata nel portarci a tutti i costi i naufraghi ha quindi adempiuto al suo dovere e questo la esime dalla pena.

Ma a decidere che Lampedusa fosse il porto sicuro più vicino è stata l’indagata. Invece, secondo quanto riporta l’ordinanza, il 12 giugno, poche ore dopo il trasferimento dei naufraghi a bordo, la guardia costiera libica, uno dei centri di coordinamento consultati, ha detto alla Sea Watch di andare a Tripoli. Ma Carola Rackete ha rifiutato ritenendolo un porto non sicuro. Ha rifiutato anche di andare a Malta, perché più lontana e perché Malta “non ha accettato le previsioni che derivano dalle modifiche introdotte nel 2004 alla SAR, la Convenzione internazionale di Amburgo sulla ricerca ed il salvataggio marittimo del 1979. Infine ha escluso di fare rotta sulla vicina Tunisia perché “in Tunisia non ci sono porti sicuri”.

Carola Rackete ha dichiarato di aver appreso che i porti tunisini non sono sicuri da “informazioni di Amnesty International” e di sapere che un mercantile stava aspettando da 14 giorni davanti a un porto senza poter entrare. Con una decisione che si spera sia del tutto insolita, il magistrato Vella ha preso per vera l’affermazione dell’indagata che la Tunisia non è un paese sicuro, aggiungendo di suo che “la Tunisia non prevede una normativa a tutela dei rifugiati, quanto al diritto di asilo”. Continue reading

XIII Domenica ordinario C: Ascoltare, accogliere, obbedire, seguire

Ascoltare, accogliere, obbedire, seguire sono le  parole che hanno accompagnato la mia riflessione sulla Parola che il Signore ci rivolge attraverso le letture! Dio dà ad Elia l’ordine di scegliersi un discepolo che impari ad essere profeta al suo posto. Elia ascolta l’ordine di Dio, obbedisce e chiama Eliseo, che sta arando il suo campo, e quando riceve il mantello di Elia lo segue e inizia, così, per lui una vita nuova.

Ambedue Elia ed Eliseo si sono messi in ascolto, accolgono quello che il Signore gli chiede e dicono di sì, con l’obbedienza della fede.
Hanno ascoltato, accolto e si sono messi in cammino sulle strade del Signore per adempiere quello che gli è stato chiesto, per obbedire ad una chiamata!

Nel Vangelo, Luca inizia a descrivere quel cammino verso Gerusalemme che condurrà Gesù alla Pasqua, alla Passione, Morte, Risurrezione.
In questo cammino necessariamente si doveva attraversare la Samaria e i Samaritani, tradizionalmente non erano ben disposti verso i giudei. Gesù manda dei messaggeri per annunciare il suo arrivo, ma i Samaritani non vogliono riceverlo! Poverini che occasione che perdono non potere ascoltare le parole del maestro, l’annuncio del Regno di Dio e della Salvezza. Giacomo e Giovanni chiedono di invocare un fuoco dal cielo per punire l’arroganza dei Samaritani. Gesù ancora una volta ci spiazza, perché, forse se avessimo potuto avremmo fare voluto fare anche noi come Giacomo e Giovanni! Quante volte la tentazione di incenerire qualcuno e forse lo abbiamo fatto, anche se solo con lo sguardo! Gesù è paziente anche con chi non lo accoglie … la pazienza questa virtù così difficile da esercitare, in modo particolare in una mentalità come la nostra che vorremmo tutto e subito! Gesù è paziente perché è venuto per salvare e non per distruggere, ma questo non va a scapito dell’accoglienza e della giustizia. Se tu chiudi la porta a chi ti viene offrire la salvezza poi non te la devi prendere con lui!

Ma come dobbiamo intendere la pazienza biblica?
Un commentatore scrive: “La “pazienza” biblica è l’esatto contrario della rassegnazione passiva; è, invece, la calma costante di chi continua la sua missione, il suo viaggio a Gerusalemme, sicuro che l’amore del Padre è più forte di ogni opposizione. Gli è in qualche modo partecipata la stessa pazienza di Dio, poiché il Dio manifestandosi in Gesù ha come sospeso la sua onnipotenza ed è entrato “nel tempo della pazienza”. Dio non impone, si offre”.(Giovanni Saldarini)

Mentre camminavano … incontri..

Un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada».

Un’ entusiasta! Tanti si lasciano entusiasmare dal Vangelo, ma quando si tratta di accogliere, obbedire e seguire allora le cose possono cambiare e l’ entusiasmo svanire! Seguire Gesù non è garanzia di successo, di fama; davvero profetica la parola del Vangelo, succede di “non avere una pietra dove posare il capo” in questo tempo di persecuzione esplicita o latente e subdola, di disorientamento all’ interno della stessa Chiesa!
Seguire Gesù ci può condurre a dolorose esperienze di esclusione, di solitudine, di incomprensione e frustrazione, ma il Signore non manca di elargire la sua forza e i suoi doni per affrontare la fatica del Viaggio e della missione se perseveriamo fino alla fine!

“7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; 8 ma tutto questo non sarà che principio di dolori. 9 Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. 10 Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. 11 Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. 12 Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. 13 Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.” (Vangelo di Matteo capitoli 24-25)

Gesù chiama ancora:

A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Ascoltare, accogliere obbedire e seguire è un invito pressante da accogliere subito! Gesù non dice che dobbiamo dimenticarci degli altri e dei rapporti famigliari, parentali, ma chiede di fare chiarezza: “Bisogna cercare prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia e il resto ci verrà dato in sovrappiù” (Mt 6,33)

Noi oggi siamo prigionieri di molte cose, pensiamo solamente a come siamo schiavi del tempo, delle cose da fare, di tante catene che ci siamo artificialmente costruite e che veramente ci impediscono di essere liberi davanti alla chiamata che il Signore ci rivolge a seguirlo. Non crediamo che il nostro seguire Gesù possa essere certamente solo frutto della nostra volontà, ma è possibile solo assieme al dono dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto e che opera in noi, come ci ricorda S. Paolo nella seconda lettura.
In questa Eucaristia chiediamo al Signore la grazia di seguirlo per potere realizzare quella vocazione alla quale Egli ci ha chiamato, ma interroghiamoci seriamente anche su quelli che sono gli ostacoli che ci impediscono di seguire il Signore in prontezza, obbedienza, pazienza e generosità!

Deo gratias, qydiacdon

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GAY PRIDE: ORGOGLIO DI COSA?)

Adesso, a prescindere dal tipo di inclinazione sessuale – solo per un momento, facciamo finta che esista qualcosa di diverso dal sesso, maschio e femmina – a me pare che organizzare delle parate per celebrare l’orgoglio della propria inclinazione sia davvero surreale. Uno è orgoglioso perché ha fatto qualcosa di grande, qualcosa che non tutti fanno, o almeno non automaticamente.

I MOTIVI DELL’ORGOGLIO
Uno è orgoglioso perché ha dato la vita a dei figli o ha custodito altre persone, le ha sfamate o aiutate, perché si è speso per qualcosa in cui crede, perché ha combattuto per il bene del proprio paese o ha fatto qualcosa di serio, che ne so, con il suo impegno, nel lavoro, nello studio. Uno è orgoglioso perché ha vinto un oro olimpico, perché ha fatto una maratona sotto il suo tempo limite, ma anche perché ha vinto il torneo parrocchiale di ricamo o la selezione per l’ammaestratore di pulci, qualsiasi cosa, per carità, non è che tutti vincano il Nobel o il Pulitzer o l’Oscar o l’oro (io no per esempio), però per essere fieri di qualcosa bisogna FARE qualcosa. Come si fa a fare una parata per cercare di convincere la gente che si è fieri di una inclinazione, che è peraltro diventata quella più di moda, sponsorizzata da tutto il mondo della finanza, dai grandi marchi commerciali, dunque funzionale in fondo, banalmente, tristemente, a un modello di consumo che ci vuole pecoroni omologati? C’è qualcosa di cui essere fieri? C’è qualcosa che si è fatto, un risultato conseguito, un limite – fosse anche il proprio, personale – superato? Continue reading

GLI SCIENZIATI ITALIANI SMASCHERANO LA BUFALA DELL’UOMO RESPONSABILE DEL RISCALDAMENTO GLOBALE (FATE LEGGERE A GRETA!) Un centinaio di scienziati rivolgono una petizione ai politici per non aderire alla propaganda ambientalista (tra i firmatari Uberto Crescenti e Antonino Zichichi)

È di grande importanza la petizione firmata da decine di scienziati italiani che demolisce la teoria del riscaldamento globale antropico. Finalmente in tanti trovano il coraggio di sfidare il Potere e dire apertamente ciò che fino a poco tempo fa soltanto in pochi avevano il coraggio di affermare. La teoria del riscaldamento globale antropico è una truffa ideologica e segna l’asservimento della scienza alla politica.
Due sono gli aspetti che vale la pena sottolineare, oltre a quelle nozioni elementari che smontano la vulgata corrente sui cambiamenti climatici e che sono facilmente verificabili.
Il primo aspetto è la richiesta iniziale di serie politiche contro l’inquinamento. Seppure la lotta contro i cambiamenti climatici si combatta in nome della difesa dell’ambiente, la verità è che proprio queste battaglie danneggiano l’ambiente. Perché concentrano enormi risorse su obiettivi fasulli e così facendo si dimenticano i veri problemi ambientali. Ci sono conoscenze scientifiche disponibili per limitare l’emissione di veri inquinanti, ci dicono gli scienziati, ma vengono ignorate per questa caccia alla CO2. Trattare l’anidride carbonica (CO2) da pericoloso elemento inquinante è una grave distorsione della realtà, eppure oggi tutte le risorse, umane ed economiche, vengono concentrate su questo obiettivo nella convinzione (illusoria) che questo freni l’aumento delle temperature.
Si conferma cioè che questo ambientalismo è nemico dell’ambiente.
Il secondo aspetto da sottolineare si ricava dall’appello finale. Il principale obiettivo delle campagne contro i cambiamenti climatici sono i combustibili fossili, cioè la principale fonte energetica mondiale (costituiscono l’86% circa dell’energia consumata globalmente). Checché ne dica la propaganda ecologista, non c’è alcuna possibilità che queste fonti energetiche nei decenni a venire siano sostituite dalle energie rinnovabili, in particolare sole e vento. Una transizione energetica violenta, che si vorrebbe imporre brandendo la minaccia della catastrofe climatica, può solo provocare una crisi energetica mondiale. Il che vuol dire l’impoverimento dei paesi industrializzati e l’impedimento allo sviluppo dei paesi poveri. E non sarebbe un effetto collaterale, ma esattamente l’obiettivo che certi movimenti si prefiggono, perché considerano l’uomo una iattura per la Terra, per cui si fa di tutto per rendergli la vita difficile e sconsigliata.
Questo ambientalismo infatti, prima che nemico dell’ambiente, è nemico dell’uomo.
La cosa però più drammatica in tutto questo è constatare che la Chiesa o, meglio, i suoi attuali vertici, si sono messi alla guida di questo movimento distruttivo. La Chiesa, che fino a pochi anni fa, rappresentava l’ultimo baluardo a difesa della dignità umana contro la potenza e la violenza di un potere disumanizzante, oggi sembra passata armi e bagagli dall’altra parte, addirittura rappresenta la principale spinta morale all’adozione di politiche ecologiste estreme.
L’impostazione del prossimo Sinodo dell’Amazzonia è l’esempio più eclatante di questa deriva che lascia l’uomo indifeso e tradito.
Ben vengano allora iniziative come questa degli scienziati italiani, che peraltro si uniscono a tanti altri scienziati nel mondo che da anni stanno cercando di spiegare la follia di questo fanatismo climatico. Se c’è un grido di allarme da ascoltare è proprio questo.

Nota di BastaBugie: ecco il documento completo pubblicato a Roma il 17 giugno 2019. Alla fine il comitato promotore e i firmatari.

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Consiglio

PETIZIONE SUL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPICO
I sottoscritti, cittadini e uomini di scienza, rivolgono un caloroso invito ai responsabili politici affinché siano adottate politiche di protezione dell’ambiente coerenti con le conoscenze scientifiche. In particolare, è urgente combattere l’inquinamento ove esso si presenti, secondo le indicazioni della scienza migliore. A tale proposito è deplorevole il ritardo con cui viene utilizzato il patrimonio di conoscenze messe a disposizione dal mondo della ricerca e destinate alla riduzione delle emissioni antropiche inquinanti diffusamente presenti nei sistemi ambientali sia continentali che marini.
Bisogna però essere consapevoli che l’anidride carbonica di per sé non è un agente inquinante. Al contrario essa è indispensabile per la vita sul nostro pianeta.
Negli ultimi decenni si è diffusa una tesi secondo la quale il riscaldamento della superficie terrestre di circa 0.9°C osservato a partire dal 1850 sarebbe anomalo e causato esclusivamente dalle attività antropiche, in particolare dalle immissioni in atmosfera di CO2 proveniente dall’utilizzo dei combustibili fossili. Questa è la tesi del riscaldamento globale antropico promossa dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazione Unite, le cui conseguenze sarebbero modificazioni ambientali così gravi da paventare enormi danni in un imminente futuro, a meno che drastiche e costose misure di mitigazione non vengano immediatamente adottate. A tale proposito, numerose nazioni del mondo hanno aderito a programmi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sono pressate, anche da una martellante propaganda, ad adottare programmi sempre più esigenti dalla cui attuazione, che comporta pesanti oneri sulle economie dei singoli Stati aderenti, dipenderebbe il controllo del clima e, quindi, la “salvezza” del pianeta.
L’origine antropica del riscaldamento globale è però una congettura non dimostrata, dedotta solo da alcuni modelli climatici, cioè complessi programmi al computer, chiamati General Circulation Models. Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell’ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche.
Il clima è il sistema più complesso presente sul nostro pianeta, per cui occorre affrontarlo con metodi adeguati e coerenti al suo livello di complessità. I modelli di simulazione climatica non riproducono la variabilità naturale osservata del clima e, in modo particolare, non ricostruiscono i periodi caldi degli ultimi 10.000 anni. Questi si sono ripetuti ogni mille anni circa e includono il ben noto Periodo Caldo Medioevale, il Periodo Caldo Romano, ed in genere ampi periodi caldi durante l’Ottimo dell’Olocene. Questi periodi del passato sono stati anche più caldi del periodo presente, nonostante la concentrazione di CO2 fosse più bassa dell’attuale, mentre sono correlati ai cicli millenari dell’attività solare. Questi effetti non sono riprodotti dai modelli.
Va ricordato che il riscaldamento osservato dal 1900 ad oggi è in realtà iniziato nel 1700, cioè al minimo della Piccola Era Glaciale, il periodo più freddo degli ultimi 10.000 anni (corrispondente a quel minimo millenario di attività solare che gli astrofisici chiamano Minimo Solare di Maunder). Da allora a oggi l’attività solare, seguendo il suo ciclo millenario, è aumentata riscaldando la superficie terrestre. Inoltre, i modelli falliscono nel riprodurre le note oscillazioni climatiche di circa 60 anni. Queste sono state responsabili, ad esempio, di un periodo di riscaldamento (1850-1880) seguito da un periodo di raffreddamento (1880-1910), da un riscaldamento (1910-40), ancora da un raffreddamento (1940-70) e da un nuovo periodo di riscaldamento (1970-2000) simile a quello osservato 60 anni prima. Gli anni successivi (2000-2019) hanno visto non l’aumento previsto dai modelli di circa 0.2°C per decennio, ma una sostanziale stabilità climatica che è stata sporadicamente interrotta dalle rapide oscillazioni naturali dell’oceano Pacifico equatoriale, conosciute come l’El Nino Southern Oscillations, come quella che ha indotto il riscaldamento momentaneo tra il 2015 e il 2016.
Gli organi d’informazione affermano anche che gli eventi estremi, come ad esempio uragani e cicloni, sono aumentati in modo preoccupante. Viceversa, questi eventi, come molti sistemi climatici, sono modulati dal suddetto ciclo di 60 anni. Se ad esempio si considerano i dati ufficiali dal 1880 riguardo i cicloni atlantici tropicali abbattutisi sul Nord America, in essi appare una forte oscillazione di 60 anni, correlata con l’oscillazione termica dell’Oceano Atlantico chiamata Atlantic Multidecadal Oscillation. I picchi osservati per decade sono tra loro compatibili negli anni 1880-90, 1940-50 e 1995-2005. Dal 2005 al 2015 il numero dei cicloni è diminuito seguendo appunto il suddetto ciclo. Quindi, nel periodo 1880-2015, tra numero di cicloni (che oscilla) e CO2 (che aumenta monotonicamente) non vi è alcuna correlazione. Continue reading