Matrimonio gay – L’Armenia si prepara a difendere la vera famiglia

Le pressioni internazionali per far riconoscere a tutti gli Stati il “matrimonio” gay o almeno un suo surrogato come le unioni civili sono sempre più forti ed evidenti.

I “dogmi” dell’agenda Lgbt vengono imposti in ogni modo, per vie subdole ma anche in maniera assai violenta. Spesso, poi, sono i giudici supremi nazionali a cambiare le leggi in senso gay-friendly, ignorando totalmente la volontà popolare.
Così, alcuni Paesi non ancora caduti sotto il tallone omosessualista tentano di correre ai ripari prima che sia troppo tardi.

Un esempio     Continue reading

«La sua ragione d’essere è la guerra a Dio e alla sua Chiesa». La Massoneria è stata e resta «inimica vis».

La Massoneria ha mai provato a distruggere la religione in Italia? Hai mai agito per bloccare l’azione della Chiesa cattolica e affossarla? La risposta è positiva. Nel senso che la Massoneria sin dalla sua nascita ha provato a scalfire il potere ecclesiastico con azioni eversive che sono state arginate dai papi.

Angela Pelliccieri, storica del Risorgimento e docente di Storia della Chiesa, premette ad Aleteia: «La massoneria moderna nasce a Londra nel 1717: la chiesa emette la prima delle sue centinaia di condanne e scomuniche nel 1738 con la lettera apostolica In Eminenti di Clemente XII. “Contenti di una certa affettata apparenza di naturale onestà”, scrive il papa a proposito dei liberi-muratori. Il papa ha ragione: la massoneria ha sempre sulle labbra la parola “morale”, ma la morale cui si riferisce non è la morale rivelata».

LA PERSECUZIONE ANTI-RELIGIOSA

E infatti, fa notare Pellicciari, nel 1853 J.M. Ragon, luminare della massoneria francese, così puntualizza: “la Massoneria non riceve la legge, è lei stessa a stabilirla”. «Pio IX e Leone XIII, i papi che assistono, durante il risorgimento, allo smantellamento di tutti gli ordini religiosi della religione cattolica (pur definita religione di stato), alla persecuzione di vescovi e preti, alla riduzione in povertà assoluta della maggioranza della popolazione costretta ad un’emigrazione di massa, individuano nell’odio massonico e protestante l’origine anticattolica e, quindi, antitaliana, di tanta violenza e sfacelo».

L’ERRORE DEI PRINCIPI           

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Preghiera per il nuovo anno.

Gesù,
voglio affrontare questo nuovo anno
come Maria, la Madre tua:
proteso verso il futuro,
con la stessa fiducia,
certo che ogni giorno
potrò accogliere il tuo dono,
riconoscere la tua presenza
e lasciarmi guidare dal tuo Spirito.
Del resto tu sei accanto a me
nulla potrà spaventarmi e turbarmi:
tu mi dai luce e forza
per leggere questa storia tormentata
e prendere le decisioni più sagge.

Gesù,       Continue reading

La strada di Natale *

C’è una strada, Gesù, che ci attende ad ogni Natale. È la stessa dei pastori per raggiungere il luogo in cui da poco sei nato. È la strada di tutti quelli che si lasciano guidare dall’annuncio, di quelli che desiderano vedere l’ avvenimento, di quelli che cercano di incontrare te.
C’è una strada, Gesù, che ci attende ad ogni Natale. Non è un’autostrada agevole. Non ha nulla di maestoso: è umile e dimessa, come l’ alloggio di fortuna in cui hai visto la luce.
Eppure è per quel sentiero che noi arriviamo a te e ci lasciamo sorprendere dal tuo amore smisurato. Sì, davanti alla mangiatoia che ti è stata data come culla cadono tante idee di te che ci siamo costruiti ed accettiamo di accoglierti così come sei:
nella tua povertà, che non ci umilia,
nella tua debolezza che non incute timore,
nella tua dolcezza, che guarisce le nostre ferite,
nella tua misericordia, che ci tende le braccia.

Tratto da: Roberto Laurita in Servizio della Parola, ( titolo di fantasia)

 

Festa della Santa Famiglia, ciclo C

Come un prisma che divide la luce nei suoi componenti, così il Natale illumina diverse realtà. Dopo la contemplazione, la meditazione, della notte e del giorno di Natale, dopo la concretezza della testimonianza di fede che il neonato di Betlemme è il Messia, unico Salvatore, oggi contempliamo il fascio di luce che il Natale dirige su una realtà importante, preziosa, come quella della famiglia. Realtà che il Figlio di Dio ha voluto condividere pienamente con noi, con le sue ansie, le sue fatiche, le sue perplessità. Anche se la famiglia di Nazareth è speciale, evidenzia ai nostri occhi quella che è una famiglia naturale, normale,fondata sul matrimonio. Quella composta da un uomo, una donna, un figlio, quella che oggi viene attaccata, contestata, derisa.

Perché il peccato, l’ egoismo dell’ uomo che giustifica tutto ha pensato che vi possano essere altre forme di relazioni che possano essere equiparate alla famiglia.       Continue reading

S. Stefano, primo martire.

Pensando a questa festa, che come sempre è come un pugno nello stomaco, dopo il clima dolce, di familiarità, di convivialità natalizia, mi veniva istintivo riandare con la memoria a quanti, sull’esempio di Stefano, questo primo martire/testimone della fede hanno pagato la fedeltà al nome di Cristo, che è poi quel bambino che abbiamo contemplato ieri a Betlemme non hanno esitato a versare il loro sangue quest’anno.
Un immagine mi è venuta subito alla mente, come un flash, quella di 21 giovani cristiani copti che in Libia sono stati sgozzati dai miliziani islamici. Forse non tutti sanno che “secondo la decifrazione del labiale” che è stata fatta , hanno continuamente pronunciato il nome di Gesù. Il loro vescovo ha detto: “ Quel nome sussurrato all’ultimo istante è stato come il sigillo del loro martirio”. Cristiani forti, questi copti, che hanno conosciuto qualcosa come quattordici secoli di persecuzioni islamiche.” ( A. Socci ) Eredi di una innumerevole schiera iniziata proprio come il santo che oggi la Chiesa e la liturgia ci pone davanti a ricordarci la concretezza di quella fede che siamo chiamati a testimoniare.   Continue reading

Natale, Messa del giorno: Dio parla a noi oggi per mezzo del Figlio…

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Dio ci parla, ci interpella e oggi ci parla attraverso un bimbo, un bimbo appena nato, che apparentemente è muto, ma che nel suo silenzio dice molto di più di tutte le parole che noi sentiamo pronunciare dai potenti di questo mondo, da coloro che dovrebbero governare nella ricerca del bene, quello con la B maiuscola di coloro che gli sono affidati, ma che spesso deludono, mancano di credibilità, ricercano solo il proprio interesse e il proprio tornaconto e quello dei “ loro amici”.         

Ma cosa ci dice questo neonato silenzioso che è Dio che viene in mezzo a noi?       Continue reading

Natale del Signore, Messa della notte.

“ Già inoltrata è la notte; le stelle chiare e lucenti brillano nella fredda atmosfera; voci chiassose e discordi giungono al mio orecchio, dalla città: sono i gaudenti del mondo che ricordano con i bagordi la Povertà del Salvatore; … io veglio pensando al mistero di Betlemme”, così scriveva Papa Giovanni XXIII, ne: Il giornale dell’anima, era l’ anno 1901, ma queste parole sono ancora attuali oggi. Queste parole esprimono due aspetti del Natale. Quello chiassoso, mondano per adoperare un termine caro all’ evangelista Giovanni, intendendo così ciò che è lontano da Dio o se non contrario a Dio stesso. Quel Natale che non va al di là dei buoni sentimenti, del ritrovarsi insieme, del far festa, dello scambiarsi regali, cose belle, importanti, ma che non riescono a penetrare il “mistero”. Il mistero di Dio. Mistero che non è qualcosa d’ irreale, ma che è un avvenimento: scoprire che Dio non è solo in cielo, cioè in quella realtà che di per se non è raggiungibile all’uomo, ma che è vicino, è qui sulla terra.     Continue reading

Come un filo di Paglia ( Natale)

L’amore di Dio non si può spezzare.

I pastori che erano stati alla stalla di Betlemme a onorare il bambino Gesù tornavano a casa. Erano arrivati tutti con le braccia carche di doni, e ora se ne partivano a mani vuote. Eccetto uno. Un pastore giovane giovane aveva portato via qualcosa dalla stalla di Betlemme. Una cosa che egli teneva stretta nel pugno. Gli altri lì per lì non ci avevano fatto caso, finché uno di essi disse: “ Cos’hai in mano?”.
“ Un filo di paglia”, rispose il giovane pastore, “ un filo di paglia della mangiatoia in cui dormiva il bambino”.
“ Un filo di paglia” sghignazzarono gli altri. “È solo spazzatura. Buttalo via!”
Il giovane pastore scosse il capo energicamente. “ No lo conservo. Per me è un segno del Bambino. Quando tengo questa pagliuzza nelle mie mani, mi ricordo di lui e quindi anche di quello che mi hanno detto di lui gli angeli”.
Gli altri pastori continuarono a prenderlo in giro anche in seguito, ma lui non sentiva ragioni e continuava a ripetere che quella pagliuzza aveva un grande valore.
“ Avete torto. Anche la paglia vale tanto. Su che altro poteva stare il bambino povero com’ era? Il Figlio di Dio ha avuto bisogno di un po’ di paglia. Questo mi insegna che Dio ha bisogno dei piccoli, dei senza valore. Sì, Dio ha bisogno di noi, i piccoli che non contiamo molto, che sappiamo così poco”.
con il passare dei giorni sembrò che il filo di paglia diventasse sempre più importante per il giovane pastore.
Durante le lunghe ore al pascolo li prendeva spesso in mano: in quei momenti ripensava alle parole degli angeli ed era felice di sapere che Dio amava tanto gli uomini da farsi piccolo come loro. Ma, un giorno, uno dei suoi compagni gli portò via il filo di paglia, gridando: “ Tu e la tua maledetta paglia! Ci hai fatto venire il mal di testa con queste stupidaggini!”.
Stropicciò la pagliuzza e la gettò nella polvere: Il giovane pastore rimase calmo. Raccolse da terra il filo di paglia, lo lisciò, lo accarezzò con la mano, poi disse all’ altro: “ Vedi, è rimasto quello che era: un filo di paglia. Tutta la tua rabbia non ha potuto cambiarlo. Certo è facile fare a pezzi un filo di paglia. Pensa: perché Dio ci ha mandato un bambino, mentre ci serviva un salvatore forte e battagliero? Ma questo bambino diventerà un uomo, sarà resistente e incancellabile. Saprà sopportare tutte le rabbie degli uomini, rimanendo quello che è: il Salvatore di Dio per noi”.
Il giovane sorrise, con gli occhi luminosi.
“ No. L’ amore di Dio non si può fare a pezzi e buttare via. Anche se sembra fragile e debole come un filo di paglia”.

( liberamente tratto da: Storie di Natale, Bruno Ferrero)

“ Io sono un povero pastore: non ho che una miserabile stalla, una piccola mangiatoia, un po’ di paglia. Offro tutto a te, accetta questo povero tugurio. O mio Signore è tutto quello che ho”.
Papa Giovanni XXIII