5 Domenica ordinario A: Vedano la vostre opere e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli …

Per la meditazione sul testo del Vangelo di oggi, che la liturgia della Parola ci propone e che fa parte del grande discorso della montagna, che si apre con la proclamazione delle beatitudini, che avremmo dovuto contemplare Domenica scorsa, vorrei partire dalla frase finale: “vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.”

Tutta la vita del credente cristiano, di ogni battezzato è rendere gloria al Padre, ma cosa significa rendere gloria e quali sono queste opere buone che permettono anche a chi ha una fede debole, vacillante, anche a chi professa un’altra religione di stupirsi, meravigliarsi e dire: “davvero c’è un Padre buono” e, guardando il cielo, avere un grazie da dire a chi è più grande di noi.

 Rendere gloria al Padre significa vivere tutta la nostra vita in relazione con Dio Padre, come ha fatto Gesù, che ha fatto della sua vita tutto un sì compiendo la volontà a la missione che il Padre-Dio gli ha affidato. Così anche per ciascuno di noi rendere gloria al Padre è aderire alla volontà di Dio, anche quando questa volontà è difficile, impegnativa e a volte non ci è del tutto chiara. È testimoniare annunciando un Dio che si fa vicino all’uomo per amore, questo in modo particolare verso tutti quelli che vorrebbero un Dio così forte e potente da spaventare un po’ l’uomo. Un Dio come quello che predicava Giovanni Battista, che avrebbe pulito, messo ordine con forza.

Le opere buone: quali sono queste opere? Il profeta Isaia, che abbiamo ascoltato nella prima lettura ne fa un elenco.  “dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti (…) togliere di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
aprire il tuo cuore all’affamato, saziare l’afflitto di cuore”
.
Se riuscissimo a fare questo sarebbe già tanto, ma la lista non è chiusa, rimane una lista aperta alle tante situazioni di vita e di relazione che ci accompagnano sia nella nostra vita personale, sia nella nostra vita collettiva.

Significa che riguarda tutte le dimensioni del quotidiano, famiglia, lavoro, tempo libero, se ne abbiamo ancora, perché questa dimensione della vita è impegnata da tantissime cose e attività per cui non è più libero.

Nel nostro vissuto quotidiano siamo chiamati a vivere il rispetto, la solidarietà, la compassione; in una parola l’amore.Se noi guardiamo a Gesù non vediamo qualcuno che ha cercato di vivere solamente l’amore, ma vediamo l’amore, quello vero, personificato, come dice l’evangelista Giovanni: “Dio è amore”. Cosa succede quando si vive l’amore sull’ esempio di Gesù? Succede una cosa bellissima, meravigliosa che ci si fa dono e servizio per gli altri e in questo si rende Gloria a Dio.

Che non è lontano, come si potrebbe pensare leggendo che “è nei cieli”. Significa che Dio è in una realtà che è completamente diversa da quella nostra umana, terrena, ma proprio per questo può intervenire, salvare e soccorrere ascoltando chi sia affida a Lui e al suo amore. Significa anche che Dio è la pienezza dell’amore, è l’amore perfetto in cui si sommano tutti gli amori. Il cristiano è così chiamato a vivere questa relazione d’amore con Dio che si rinnova in ogni Eucaristia, in ogni comunione in cui Cristo si dona a noi.

Gesù ci dice che siamo chiamati ad essere sale e luce. Gesù è Lui la luce, ma noi con il Battesimo ci siamo rivestiti di Gesù per questo siamo chiamati ad essere anche noi luce facendo trasparire il fuoco dell’ amore con cui il Signore ci ha avvolti e per irrorare il mondo con questo amore, trasformandolo dal di dentro dandogli sapore, che, se manca, non ci fa gustare la grandezza e la bellezza della vita. Essere sale e luce significa vivere la grandezza e la bellezza del Vangelo, di quell’ amore che ci ha insegnato Gesù con il nostro concreto modo di operare. Gesù e molto concreto dice vedano le vostre opere. Chiediamoci se anche noi con il nostro vivere, con il nostro agire siamo sale, che si scioglie nelle varie situazioni, tanto da non essere più separabile e luce che illumina le storie e i dolori di un’umanità spesso sofferente e malata di peccato e di conseguenza di cattiveria, malvagità, odio.

Detto così sembrerebbe qualcosa di irrealizzabile, forse, ma come ha scritto qualcuno, “Gesù ci chiede piccoli gesti di gratuità e di amore verso i fratelli”

Deo gratias,qydiacdon

 

Risultato immagini per 5 Domenica anno A ordinario

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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