1 Gennaio, Maria SS Madre di Dio.

La festa di oggi primo giorno di un nuovo anno laico ci permette di fare una riflessione sul tempo e sulla presenza di Dio nel tempo, anche se tanti e purtroppo sono sempre di più coloro che non hanno tempo per riflettere, per pensare, per contemplare, come hanno fatto i pastori del Vangelo.
Nella presenza di Dio nel tempo ci accompagna Maria “che custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.”

Sul tempo:

La vita si divide in tre tempi: passato, presente, futuro. Di essi il presente è breve, il futuro incerto, il passato sicuro, (LUCIO ANNEO SENECA), diceva un pensatore antico.

Se ci pensiamo bene è proprio così. Ciò che viviamo al presente è molto breve, passa velocemente, a volte vorremmo fermarlo e non ci riusciamo. Il futuro a noi sfugge. Lo riempiamo di attese, di sogni, di speranze, come in questo momento così particolarmente difficile, ma non sappiamo come sarà ed è arduo per noi determinarlo. Il passato sta invece dietro a noi con il suo bagaglio di sofferenze, di ferite, pensiamo anche di attimi piacevoli, di gioie, ma è lui solo certo.

Il tempo che si apre di fronte a noi è ancora un tempo di incertezze, di paure, soprattutto per chi non crede, anche se sembra nasconderlo sotto una falsa sicurezza o sulla paura esercitata attraverso il potere, senza pensare che la vita sfugge dalle mani anche dei potenti che si arrogano privilegi, diritti e non servono il bene comune, anche se a parole dicono di farlo.
Noi, invece che crediamo e vogliamo credere mettiamo davanti a noi Maria, lei che possiamo dire è madre dei credenti, così il tempo che passa non è una corsa verso l’ignoto, ma è un andare all’ incontro con il Cristo e il Cristo risorto vincitore della morte e Signore della vita. Quel Cristo bambino che i pastori contemplano nella grotta di Betlemme.

Allora anche se il tempo che ci sta davanti in questo nuovo anno umanamente sembra non essere molto luminoso non ci fa paura.
Perché non ci fa paura? Perché il Signore è fedele alle sue promesse. Dice un canto che si fa in questo periodo. “Egli viene non tarderà”. Egli viene sempre, ma spesso noi non abbiamo la pazienza di attendere e, pensando, che non venga ci allontaniamo da Lui. Allora invochiamo la benedizione di Dio attraverso l’intercessione di Maria, come ci dice la prima lettura.
“Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”

“La benedizione non è altro che una preghiera; e una preghiera non è altro che un atto di umiltà. Come sarebbe diverso il mondo se tutti sapessimo benedire con cuore sincero; come sarebbe diverso il cammino della vita se tutti sapessimo augurare il bene, volerlo e desiderarlo gli uni per gli altri!
Bene dire! Al prossimo!
Bene fare! Al prossimo!
Bene augurare! Al prossimo!
Bene volere! A tutti! Con sincerità!
Ma non da soli, bensì aggrappati a Dio che è il sommo bene e quindi è la luce che ci fa vedere qual è il nostro e l’altrui vero bene.
La benedizione, allora, è chiamare Dio su una persona o su un avvenimento; la benedizione è pregare Dio perché volga il Suo sguardo su di noi e nello stesso tempo è aprire un varco nella nostra libertà, affinché Dio possa entrare e soccorrerci.” (Card. A. Comastri) Maria interceda e Gesù conceda.

Che il nuovo anno porti a tutti amore, pace, serenità, quella del cuore è la più importante. Se anche abbiamo difficoltà, problemi non dimentichiamo che siamo nella barca con Cristo e la tempesta, con Lui non ci fa paura.

Buon anno
Qydiacdon, Deo gratias

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