Un pane per la vita – XX Domenica ordinario B

Quando ci prepariamo per un viaggio controlliamo che il mezzo, con il quale dobbiamo affrontare la strada, sia a posto, e soprattutto facciamo il pieno di carburante. Quando ci sentiamo deboli e abbiamo fame, mangiamo.
Mi veniva da riflettere, quindi, sulla consapevolezza che tutti noi siamo in cammino! Il cammino della nostra vita, non in astratto, ma parlo della nostra vita quotidiana. Per alcuni questo cammino va verso il nulla e la dissoluzione, per color che si professano cristiani va verso la vita eterna, il Paradiso.

È un cammino che può essere anche faticoso, aspro, in salita come in montagna, difficile come affrontare una ferrata, ma ci procuriamo quello che è necessario per affrontarlo? Per avere l’energia di arrivare alla metà?

La Parola del Signore ci ha fatto riflettere in queste domeniche sul “pane di vita”, sul “pane disceso dal cielo” che dona la vita eterna. Un pane di cui il credente deve nutrirsi “per avere in sé la vita” e non solo quella che ci attende oltre l’umano, il terreno, nei cieli, quella che è la nostra patria, ci rammenta l’apostolo Paolo. Per noi il riferimento all’ Eucaristia, alla Messa è evidente, o almeno dovrebbe esserlo.

Oggi, di fronte a quella che è l’incomprensione dei giudei il discorso di Gesù si fa più serrato, esigente e profondo. I giudei, come tanti di noi non riescono a comprendere ed accettare le affermazioni di Gesù perché sono troppo concentrati sulle realtà materiali. Questo può accadere anche a noi facendoci considerare l’Eucaristia una tantum, un accessorio che può esservi o non esservi nella nostra vita. Di fronte a questa mentalità le parole di Gesù sono chiare. Gesù non fa sconti: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita”.

Il simbolo dell’evangelista Giovanni è l’ aquila e con queste parole Gesù ci vuole portare ad altezze che non possiamo immaginare se non si fa un atto di fede nella sua divinità.

Solo se si fa questo atto di fede potremmo riconoscerlo nell’ Eucaristia e nella S. Comunione come “pane vivo disceso dal cielo che dona la vita eterna”. “Gesù non un uomo qualsiasi, uno che si può chiamare “costui”, chi lo fa non comprende nulla del fatto cristiano, della vita cristiana, della speranza cristiana”. (cfr. cardinale Giacomo Biffi)

Le parole di Gesù non fanno sconti, non annacqua la verità, non scende a compromessi con “il mondo” o si presta a rincorrere i capricci del momento, come purtroppo accade anche oggi all’ interno del popolo di Dio e non solo nei laici.

Con chiarezza egli annuncia cosa è il grande dono dell’Eucaristia che stiamo celebrando: Cristo che si è offerto e donato nel sacrificio della Croce perché noi abbiamo la vita, quella vera, quella eterna, di cui l’ Eucaristia è seme e anticipazione di vita divina.

Vi è una frase nel Vangelo: “colui che mangia me vivrà per me.” Viviamo della vita che il Signore ci dona, ma nello stesso siamo chiamati a vivere per Lui. Poniamoci la domanda: ma noi viviamo davvero per il Signore? Oppure viviamo per noi stessi o per altro? E cos’è l’Eucaristia nella nostra vita?

“L’ Eucaristia non è solo il segno dell’amore del Padre, è anche il segno della autenticità e della intensità della nostra risposta all’ appello divino.
[All’ invito di Gesù a nutrirsi di Lui]. Un cristiano che lo ritiene un gesto puramente formale e perde con facilità la Messa, e non partecipa mai alla comunione, o vi partecipa senza reale conversione interiore, non è un cristiano che abbia capito molto dell’insegnamento di Cristo. [ Noi dovremmo davvero commuoverci fino alle lacrime ogni volta che comunichiamo al Corpo e al Sangue di Cristo].
Un cristiano che vi partecipa svogliato, distratto, magari chiacchierando, magari annoiandosi come capita quando si assiste a uno spettacolo mal riuscito, è un cristiano che ha bisogno di tanta luce e di tanta misericordia.
[Anche perché l’ Eucaristia non è uno spettacolo, ma è rivivere nel sacramento la Pasqua di Cristo].
Come a Cafarnao, anche oggi Gesù non costringe nessuno ad andare da Lui: la sua è un’offerta, che lascia intatta la nostra libertà di decisione.
[Ma con questo anche la nostra responsabilità.]. ( Il corsivo: Cardinal Giacomo Biffi)

Ringraziamo il Signore che ci ha fatto il dono della sua presenza viva e reale nel Sacramento Eucaristico, accostiamoci ad esso con le dovute disposizioni, non solo nel corpo, ma nello spirito e soprattutto in grazia di Dio perché possa in noi fruttificare donandoci quelle grazie e benedizioni del cielo che sono necessarie per il nostro stato di vita: chi è sposato da sposato, chi è ordinato, da ordinato, chi è consacrato da consacrato chi è laico da laico perché possa abitare in noi il Signore Gesù e noi possiamo abitare in Lui in un modo unico.

E se i nostri tempi appaiono non buoni come ci ricorda Paolo cerchiamo nell’ unione con il Signore, nella comunione con il Signore quella forza e quella luce che scaccia il pessimismo e ci apre alla speranza, perché Cristo ha vinto il mondo, cioè tutto quello che si oppone a Dio e questa è la nostra fede!

Deo gratias,qydiacdon

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