Silvana De Mari: “L’omofobia è un diritto umano”

Riportiamo qui di seguito in forma integrale l’intervista che la dottoressa Silvana De Mari, sotto accusa dall’Ordine dei Medici per le sue affermazioni di carattere scientifico sull’omosessualità, ha rilasciato a Il Giornale.

“Immolata sull’altare del politicamente corretto per aver messo in guardia, con prove scientifiche alla mano, i rischi clinici dell’omosessualità. A raccontarsi ad OFF è la dottoressa Silvana De Mari, medico con alle spalle 40 anni di chirurgia endoscopica, psicoterapeuta e scrittrice fantasy tradotta in tutto il mondo, alla quale è stato minacciato un processo all’Ordine dei medici per le sue frasi sull’anormalità dell’omoerotismo. Le sue affermazioni stanno facendo discutere, diventando un vero e proprio caso. Proprio per questo sulle nostre pagine siamo aperti ad ospitare una risposta dal mondo omosessuale.

Dottoressa, come va con l’Ordine dei medici?

E chi li ha più sentiti? Mi hanno scritto una raccomandata con l’invito di andare a parlarci il lunedì per il lunedì. Impossibile. Mi hanno riscritto il giovedì per il lunedì. Il mio avvocato ha chiesto le motivazioni e io, intanto, ho continuato a parlare e citarli per nome e cognome indicando le mie perplessità riguardo i loro minacciati provvedimenti. Tutti zitti. A ruggire, almeno, ci si tolgono le iene e i coiote di torno.

Le sue parole sull’omosessualità sono state forti. Ne è nato un pandemonio…    

Guardi, io invece ringrazio i gay che mi fanno da cassa di risonanza. E, anzi, continuerò a parlare.

Ridirebbe tutto tale e quale, quindi?

Potrei, forse, cambiare idea a seconda che possa piacere o meno? Quelle affermazioni le ho fatte perché sono vere. L’omosessualità non esiste, come non esistono gli omosessuali: esistono persone che si sono fatte incastrare in un ruolo adolescenziale. Ciò che fa male al fisico dell’uomo, fa male anche alla psiche.

Esiste la normalità?

Certo. In biologia è ciò che consente la prosecuzione della specie. Nasciamo XX e XY. La normalità è l’uomo attratto dalla donna e la donna attratta dall’uomo. La penetrazione anale non lo è: la cavità anorettale fa parte dell’apparato digerente e il suo compito è espellere le feci, non farsi penetrare da un pene. A loro piace? Benissimo, contenti loro… ma a farlo passare come normalità non ci sto. Noi odiamo vomitare, ma i bulimici amano vomitare. Un uomo vuole mettere il pene nella cavità anorettale di un altro? Nel momento in cui si vuole normalizzare pubblicamente questa pratica io, come medico, ho il dovere di dire che è una pratica che favorisce un numero spaventoso di malattie, esattamente come ho il diritto, anzi il dovere di affermare i danni del fumo. Questo non vuol dire odio per i fumatori.

La sua quarantennale esperienza di medico cosa insegna?

I gay costano una valanga di quattrini, si ammalano continuamente: un pene che entra nella cavità anorettale spacca le fibre dello sfintere interno e lacera la mucosa. Lo vedo quotidianamente. Ci parlo, con gli omosessuali. Bisogna curarli di sifilide, incontinenza anale, virus orofecale, vaccinazioni contro l’epatite A, farmaci antiretrovirali… Io amo moltissimo le persone omosessuali, per questo desidero il loro bene e che vivano appieno la loro vita. In una situazione di castità la loro vita si allunga, e di molto: non dovrebbe essere normale raccomandarla?

Sembra, invece, che la persona omosessuale sia vittima del proprio ambiente da pride. È così?

La vera cultura gay per me è quella del servizio delle Iene sull’Unar: soldi pubblici in dark room; con uno che mangiava le feci del proprio cane e scriveva questo sui bambini: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro”. Io, da contribuente, ho il diritto di chiedere che blocchino i finanziamenti al Circolo Mario Mieli oggi stesso.

Scatterà immediata l’accusa di omofobia.

L’omofobia è un diritto umano. È un mio diritto provare ripugnanza perché questa ripugnanza fa parte della fisiologia umana. Posso ritenere pedofilia, necrofilia, zoofilia, coprofagia pratiche quantomeno nauseanti? Posso indignarmi perché ai gay pride si sbeffeggia il cristianesimo, ma, chissà come mai, non si vedono carri contro Maometto? Il movimento LGBT è totalmente indifferente verso le persecuzioni di omosessuali nell’islam. Perché?

A proposito di Maometto, come vede l’attuale immigrazione islamica?

Questa immigrazione sconvolge i nostri paesi. Gli immigrati, al 90% sono maschi islamici tra i 15 e i 45 anni che vengono a invaderci. Non sono integrabili con noi. Una minoranza è integrabile solo in quanto minoranza, in piccoli gruppi: qui, invece, sono masse che approdano per conquistarci.

Con il supporto del Governo italiano.

Il Governo non sta facendo l’interesse del popolo, ma un uomo di governo deve fare ciò che vuole il popolo. Loro impongono e basta. Gli ultimi quattro Governi, con le loro folli condotte, stanno modificando il tessuto antropologico del paese.

Che ne pensa di quello che definiamo politicamente corretto, il pensiero unico?

Ci lamentiamo se veniamo offesi. Eppure essere offesi fa parte dell’essere umano. La dittatura del politicamente corretto nasce per imbavagliare una civiltà nel momento in cui viene sovvertita. È la dittatura della minoranza che esaspera una sua situazione di vittimismo, una situazione il più delle volte artificiosa. L’“omosessualità statale” è una mostruosa tirannide. L’omosessuale deve essere un po’ pirata con la coscienza di essere trasgressivo: l’uniformazione annienta sé stessi e la propria dignità.

E la scuola? Nascono come funghi i corsi antidiscriminatori…

Il bullismo fa parte della vita. Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a tenere testa ai bulli. I corsi di antibullismo e i giochi al rispetto delle scuole sono terrificanti e sono il cavallo di battaglia dell’Unar e del pensiero gender. La scuola non si occupi di affettività, si occupi di istruire. Sono i genitori a insegnare a non aggredire e a resistere all’aggressione. Perché, vede, tutti saremo aggrediti, fa parte dell’essere umano, della vita, non esiste un mondo dove nessuno aggredisce qualcun altro.

Lei è anche un’affermata scrittrice di libri per ragazzi. Quando ha iniziato a scrivere?

Ho iniziato a scrivere nel 1988 e il mio primo libro è stato pubblicato nel 2000. Una dote dello scrittore è l’ostinazione. L’ultimo elfo è tradotto in 21 lingue. Hania è una saga che parla del Male. E di come sconfiggerlo.

Perché il genere fantasy?

Perché ho capito che col linguaggio fantasy è possibile parlare degli argomenti più atroci rimanendo su un genere leggero. Parlo del male che esiste in quanto male e non va banalizzato, parlo di genocidi, parlo del libero arbitrio. Storie forti per dare coraggio.

Il coraggio. Qual è il messaggio più importante da dare, oggi, in tempi di dittatura della minoranza?

Che, come diceva Chesterton, 2+2 fa 4 e che l’erba è verde. La verità è, ormai, la vera trasgressione”

GWNblog.

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