Quando pregate dite … Riflessione alla partenza del campeggio parrocchiale con i ragazzi – XVII Domenica ordinario C 2016

 

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». (Lc 11,1-13)
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Oggi voi partite per questa bella esperienza che è il campeggio parrocchiale. Alcuni di voi sono ormai dei veterani, altri forse vengono per la prima volta.
Avrete preparato tante cose da portare, come fanno tutte le persone che vanno in vacanza. , però, oggi alla partenza, la Parola del Signore, che abbiamo ascoltato, ci dice che vi è una cosa che non può mancare, non solo nell’ esperienza del campeggio, ma che non deve mancare mai nella nostra vita, ogni giorno!
Domenica scorsa nell’ episodio in cui incontra Marta e Maria, Gesù ci ricordava che è vero che si fanno molte cose, ma non bisogna mai perdere di vista quello che è importante, quello che è essenziale.
Se voi andate dove è il luogo del campeggio in pullman, ma l’ autista si è dimenticato di fare il pieno di carburante necessario … manca qualcosa di essenziale per arrivare.
Ma qual è quella cosa importante che ci deve essere, quella che non può mancare fra tutte quelle che farete?
La preghiera, ci dice la Parola del Signore che abbiamo ascoltato. 

Certo i vostri animatori vi avranno pensato, ma c’è un particolare nel Vangelo che ci dovrebbe fare riflettere, perché se manca non so come può essere la preghiera che farete. Questo vale per voi, ma anche per me, per tutti i grandi che sono qui, per i papà e le mamme che rimangono a casa, ma che con essa vi dovrebbero accompagnare..
Il particolare è questo: … “Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”
Quel discepolo chiede a Gesù di insegnare a lui e agli altri a pregare, ne hanno il desiderio. C’è questo desiderio in noi? Oppure pensiamo che pregare sia tempo perso o un optional come nelle auto che se c’è meglio, ma se anche non c’è l’ auto va lo stesso?
Può darsi pensiamo che siccome Dio è molto potente devo convincerlo attraverso determinate parole a cambiare il suo modo di vedere e di pensare perché faccia e pensi a modo mio. Quando abbiamo bisogno ci rivolgiamo a Lui, facciamo promesse … ma poi quando non fa quello che ci attendiamo cosa succede? Ma è questa la preghiera?

Vi è una piccola storia che voglio raccontarvi, si può leggere in diversi modi, ma la propongo per riflettere sul valore e sul perché della preghiera …
Una volta il semaforo che sta a Milano, in piazza del Duomo fece una stranezza.
Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi.
“Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?”
Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l’insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai.
In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano:
“Lei non sa chi sono io!”
Gli spiritosi lanciavano frizzi:
“Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna.
Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.
Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l’olio d’oliva.”
Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all’incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente.
Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare:
“Poveretti! Io avevo dato il segnale di – via libera – per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio.”
( Il semaforo blu, Gianni Rodari, Favole al telefono)

Gli uomini, cioè noi, sono abituati, come gli automobilisti, a vivere con la testa china sul volante, badando alla strada, ciascuno chiuso nella sua scatola di ferro, preoccupati del lavoro, del denaro, delle mille “grane” quotidiane.
La preghiera ti dice:
“Fermati! Stai buttando via un tesoro!
Non c’è solo la terra! Guarda su! C’è anche il cielo!”
Ma è una voce esile [ proprio come la voce del cuore, dal quale deve scaturire la nostra preghiera –ndr] e molti, spesso, la ignorano…
(Commento di Bruno Ferrero).

Gesù ci invita a cambiare modo di pensare sulla preghiera e a metterci in una prospettiva diversa considerando che Dio è Padre e che non ci da’ serpi o scorpioni se noi chiediamo il pane, ma proprio perché quello che vi è tra Padre e figlio è un legame d’ amore, [ dovrebbe essere così], la nostra preghiera deve riflettere questo legame.

Vi è poi un’ altra frase nella preghiera del Padre Nostro, che penso dovreste aver presente sempre, ma in modo particolare nell’ esperienza che state per vivere, che è questa: “e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore” .

Oltre a chiedere al Signore di essere misericordioso con noi vi è racchiuso un impegno: quello di essere anche noi misericordiosi, cioè delle persone che sanno perdonare.
Stare insieme in tanti non è sempre facile, vi possono essere anche degli screzi, qualche incomprensione, spero di no, ma potrebbe succedere anche qualche litigio … ricordiamoci i che noi ci impegniamo, dicendo queste parole ad essere persone che sanno perdonare, cioè riaccogliere anche chi sbaglia, essere persone che sanno rappacificarsi e non vanno a dormire essendo arrabbiati con uno o con l’ altro e se diventa particolarmente difficile ripetiamo più volte questa frase e vedremo che il Signore ci aiuterà a trovare la forza necessaria.

Vi sarebbe molto da dire ancora sulla preghiera e sulla preghiera che Gesù ci ha insegnato, che è la preghiera dei figli di Dio, ma mi fermo qui …
Vivete questa bella esperienza scoprendo la bellezza della preghiera e dell’ amicizia con Gesù, dalla quale nasce la vera amicizia fra noi. Lo faremo anche noi da qui pregando e riflettendo cinque minuti, non sono tanti, ogni giorno un Padre Nostro perché questi giorni siano giorni di gioia e di fraternità, annuncio di un modo nuovo e diverso di vivere assieme.

Poi chissà i cinque minuti diventeranno dieci, e poi … e poi ..!

Deo gratias, qydiacdon,

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