Quale Dio…. ?!

 

…” Molto  presto avevo compreso che il Dio del nonno era diverso da quello della nonna- La differenza era troppo evidente. Talvolta (il nonno) si svegliava prima della nonna e veniva su da noi in soffitta e ascoltava come ella bisbigliava le sue preghiere. Allora, storceva sprezzante le sottili labbra paonazze e durante il te borbottava: ” Quante volte ho cercato di inculcare nella tua dura cervice come si deve pregare, ma tu, eretica, continui sempre a borbottare! Come può sopportare ciò il Signore Iddio?”. “ Mi comprende lo stesso!”, rispondeva la nonna fiduciosa: ” Qualunque cosa gli si dica, Egli ci si raccapezza sempre!”. Il Dio della nonna era con lei tutto il giorno; essa parlava con lui perfino con gli animali. Era chiaro, per me che tutti, uomini, cani, api, uccelli, erbe, dovevano ubbidire facilmente e volentieri a questo Dio. Egli stava egualmente vicino a tutti i viventi ed era ugualmente buono verso tutti. Eppure ella non aveva in bocca il nome di Dio tanto spesso quanto il nonno. Io comprendevo il Dio della nonna, non avevo paura di Lui; trovavo vergognoso mentire in sua presenza, e così non ho mai detto una bugia alla nonna. Mi era semplicemente impossibile nascondere qualcosa a questo Dio e non avevo neanche il desiderio di farlo. Un giorno la nonna disse al nonno: ” Non rivolgi mai al Signore una parola che venga dal tuo cuore. Almeno non l’ho mai sentita!”. Tutto rosso in faccia e tremante in tutto il corpo, scatto in piedi, prese una sotto chicchera e la gettò in testa alla nonna gridando: “Fuori vecchia strega!”.

Quando il nonno mi narrava dell’onnipotenza insuperabile di Dio, ne accentuava soprattutto la severità. Per il loro peccato gli uomini erano stati funestati dal diluvio, per i loro peccati erano state arse e distrutte le loro città; per i loro peccati Dio li punisce con le inondazioni e pestilenze, e sempre, di continuo, egli è la spada punitrice della terra, il flagello dei peccatori. Chi, insolentemente trasgredisce agli ordini divini, cercava di inculcarmi, battendo il tavolo con le nocche sottili delle dita, sarà afflitto da tormenti e rovine! A me riusciva difficile credere alla durezza di Dio. Sospettavo, invece che il nonno dicesse tutto ciò con intenzione, non per farmi amare Dio, ma per farmelo temere.

Posso, naturalmente, riprodurre qui solo in modo superficiale questa mia distinzione infantile fra le due divinità, ma mi ricordo chiaramente che essa suscitava nel mio animo un contrasto penoso. Il Dio del nonno m’ispirava soltanto timore o avversione: non amava nessuno, osservava tutto con occhio severo, cercava e vedeva, nell’uomo, solo ciò che era imperfetto, cattivo, peccaminoso. Era chiaro che non si fidava degli uomini, che pretendeva da loro sempre rimorsi e penitenze, che gli piaceva punire. In quei giorni i pensieri e i sentimenti che si riferivano a Dio erano il mio unico nutrimento spirituale, anzi ciò che io avevo nella vita di più bello, e di più nobile. Tutte le altre impressioni mi colpivano dolorosamente per la loro crudeltà e laidezza, e fomentavano in me soltanto odio e ripugnanza.

Fra tutto quel che mi circondava quel che c’era di meglio, di più bello, di più luminoso, era il Dio della nonna, così affettuoso amico di tutti gli esseri viventi! E, di conseguenza, doveva tormentarmi la questione: come può il nonno non vedere questo buon Dio?

(Dal libro di M. Gorkij, Infanzia) citato da P. Raimondo  e S. Messina in Avvenga secondo la tua fede.

 

… Dio è amore. In questo si è manifestato l’ amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’ amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

( 1 Lettera di Giovanni 4, 8-10 )

 

E tu come pensi Dio?  

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