Pregare Allah in Chiesa?

 

Di questi giorni l’ iniziativa di due parroci pistoiesi, don Massimo Biancalini e don Alessandro Carmignani, che hanno deciso di offrire le loro chiese ai musulmani per la preghiera “per favorire,( riporto dal quotidiano nazionale) un’ integrazione completa tra la religione cattolica e quella musulmana”, dimenticando che questo è ciò che si chiama sincretismo, cioè quell’ incontro “ che genera mescolanze, interazioni e fusioni fra elementi culturali ( e religiosi) eterogenei” ( Treccani).     

Per dirla in parole più semplici una specie di “ insalata mista” dove tutto va bene.
Favorire e operare per una migliore e maggiore integrazione è possibile, ma questo non significa abdicare al proprio specifico, che per il cristianesimo è proprio la figura di Gesù Cristo, che non è accettato come Figlio di Dio, Dio che si rende presente nella storia umana, ma che viene considerato alla stregua di un profeta, certamente non come Maometto.

Che dire poi dal momento che siamo prossimi alla Pasqua, che è la festa cristiana più importante che celebra la Passione, la Morte e la Risurrezione di Cristo, alla quale i musulmani non credono. Dice, infatti il Corano che non è stato “ucciso il messia Gesù, figlio di Maria, messaggero di Dio! Illusione: non l’hanno per nulla ucciso, né crocifisso, perché Dio l’ha sostituito con uno che gli somigliava…”. Se Gesù non è stato crocifisso, non è neppure risorto. Come conciliare la risurrezione di Gesù Cristo è il cuore della fede cristiana, come afferma S. Paolo, con l’ Islam.

Forse questi due sacerdoti si dimenticano che il primo compito della Chiesa e dei suoi ministri è annunciare il Vangelo, “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.” (Mc 16,15). Con amore, rispetto e umiltà nei confronti di tutti, ma con la consapevolezza della verità di cui siamo servitori.

I vescovi avevano dato già indicazioni a riguardo nella Circolare n. 32, 10/5/2002, a cura del “Comitato per gli enti ed i beni ecclesiastici – sez. I CEI, intitolata “Cessioni di locali e spazi pastorali a terzi per uso diverso”. Circolare che appare in supplemento al n.1/2002 di “ex Lege”, di non concedere i luoghi di culto cristiani e nemmeno locali parrocchiali per il culto musulmano rituale. Anche l’ Arcivescovo di Smirne, mons. Germano Bernardini che ho avuto l’ onore di conoscere personalmente, era su questa posizione, ripresa nel recente articolo di Caterina Maniaci pubblicato su Libero, “ non si conceda mai ai musulmani una chiesa cattolica per il loro culto perché questo ai loro occhi è la prova più certa della nostra apostasia”.

L’ accoglienza di persone che fuggono dalla guerra, dalla fame e dalla povertà non significa la perdita della nostra specificità religiosa, delle nostre radici cristiane. Oggi vi è il compito di farle riscoprire, prima di tutto a chi si professa cristiano, di offrirne la bellezza a tutti e di annunciare sempre e comunque il Vangelo, in un vero e per un vero autentico servizio all’ uomo e a Dio.
A questo proposito voglio ricordare le parole di Paolo a Timoteo: “annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.” ( 2 Timoteo 4,2 ss.).

Stiamo quindi attenti a non farci prendere da quello spirito del mondo, che è sempre più spesso in contrasto con il Vangelo. ( dqy)

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