Mercoledì delle Ceneri 2017 – Ritorniamo al Signore

Anche quest’ anno iniziamo il nostro itinerario quaresimale, un cammino di speranza, come ci ricorda l’antifona d’ ingresso:
“Tu ami tutte le tue creature, Signore,
e nulla disprezzi di ciò che hai creato;
tu dimentichi i peccati di quanti si convertono
e li perdoni,
perché tu sei il Signore nostro Dio.” (cf. Sap 11,23-26)

Questi due versetti, tratti dal libro della Sapienza ci ricordano l’amore di un Dio che è Padre e ama i suoi figli, pronto a dimenticare i peccati.

Come il figliuol prodigo, che ha preso consapevolezza della sua condizione di povertà e di miseria, ci mettiamo in cammino verso la “casa” del Padre, dove ci verrà restituita la nostra condizione di figliolanza, di dignità piena, di una nuova umanità per partecipare alla grande festa della nostra redenzione, la mattina della Risurrezione, il giorno di Pasqua.

È un cammino di conversione, come ci ricordava la preghiera di colletta all’inizio, è un appello che il Signore ancora ci rivolge attraverso le parole del profeta: “Così dice il Signore:
«Ritornate a me con tutto il cuore, …” e dell’apostolo: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.”

“Tornare a lui con digiuno, pianto, lutto: sono i modi attraverso i quali si determina la conversione del cuore. Sono atti di lamentazione innanzi ad un evento tragico ma anche atti di penitenza per colpe commesse. Qui non sono indicate colpe particolari: c’è in atto un rilassamento generale dello spirito e di tutta la comunità. Assomiglia un po’ a quel vivere una fede stanca, quasi corrosa dal tempo, come accade a tanti battezzati oggi. Gli atti indicati: digiuno, pianto, lutto, dicono in quale direzione occorre andare: il ritorno è verso i comandamenti del Signore, verso la sua strada, via della vita.

La conversione è un atto dello spirito che avvolge tutta l’esistenza e il proprio modo di essere e d’agire. Prima di tutto consiste nella presa di coscienza di una decisione che riguarda la verità. Il cuore, per i semiti, è la sede della conoscenza e della ragione e del pensiero e dei sentimenti. La conversione non può ridursi a qualcosa di astratto, bensì deve diventare un’esperienza vissuta, di fede, concreta. Il cuore è anche la sede dei sentimenti.”(Centro Studi Francescani – lectio)

È, un cammino che attraversa un mondo, quello di oggi, in cui l’uomo forse non avversa più Dio, come poteva accadere in passato, ma molto semplicemente non gli interessa più. Il Signore vuole condurci alla felicità, alla bellezza piena, alla vita senza fine, ma sembra che oggi questo discorso non interessi più l’uomo. Concentrato solo sull’ orizzonte terreno perde l’eternità e con essa la speranza e il coraggio di continuare a sperare e credere anche quando si tratta di condividere la Croce di Cristo. Credo che quanto si sta dibattendo sui media in questi giorni sulla vita o sul fine vita lo dimostri.

Cammino difficile quello del ritorno perché si tratta di passare attraverso la prova e l’aridità del deserto, le seduzioni del tentatore, spesso accattivanti, la contemplazione del mistero che va oltre la nostra umana comprensione, il tradimento, l’abbandono, la salita del Calvario e la Croce, per approdare alla Risurrezione.

Il Signore, però ci fornisce gli strumenti necessari per attuarlo: il digiuno, la preghiera e le opere di Carità.

Digiuno, come segno di mortificazione materiale, ma anche digiuno dal peccato, da cui nasce ogni cattiveria e malvagità, segno di una fame altra, quella di Dio.
Preghiera, come ascolto, dialogo sussurrato fra noi e Lui in cui rientriamo in noi stessi, per incontrare Colui che bussa alla porta del nostro cuore e attende che Gli apriamo.
La Carità, quella vera, in cui non si elemosinano gli spiccioli, non solo di denaro, ma anche di tempo, di dialogo, di perdono, di sapersi chinare per portare i pesi gli uni degli altri e per servire alla maniera di Gesù, aprendosi a tutti.

Imbocchiamo con risolutezza il nostro cammino di ritorno al Signore “con tutto il cuore” riscoprendo anzitutto la grandezza e la bellezza del nostro battesimo come passaggio a vita nuova…
Facciamo penitenza chiedendoci chi siede sul trono del nostro cuore, se vi è Gesù o se vi sono gli idoli che ci siamo costruiti e abbandoniamoli
Invochiamo la conversione del cuore la liberazione dal male e dai peccati.

qydiacdon, 017

 

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