Manifesto degli insegnanti contro il gender

L’Associazione Non si tocca la famiglia in collaborazione con il Comitato Difendiamo i nostri figli lancia un Manifesto degli insegnanti per contrastare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole.

Questo il testo del Manifesto.

“Come docenti dei vari ordini della scuola pubblica, coinvolti con competenze diversificate nell’ambito educativo, sentiamo l’urgenza di esprimere la nostra posizione e offrire un contributo al dibattito in corso sull’educazione di genere e su tutte quelle tematiche etiche e sensibili per le quali è necessario definire con chiarezza la corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia.

Riteniamo di avere deontologicamente il dovere di proporre ai nostri discenti contenuti della cui esattezza scientifica non abbiamo dubbi e secondo modalità didattico – educative ampiamente validate; e ribadiamo che l’affermazione della nostra libertà di insegnamento (art- 33 della Costituzione) si coniuga con il rispetto e la considerazione dei diritti delle altre Componenti la Comunità Scolastica in particolare della Componente Genitori e Alunni, così come afferma:   

– l’art. 1 del D.Lgs. 297/1994 afferma che “ai docenti è garantita la libertà di insegnamento come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. L’esercizio di tale libertà è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto d posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni“.

– l’art. 1, c.2 del Regolamento dell’autonomia scolastica

“L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti”.

Soprattutto in questa fase storica, è necessario che i percorsi educativi proposti rispettino tutte le famiglie, tutte le culture e le sensibilità, gli alunni e i docenti, il pluralismo e la facoltà di scelta dei genitori sui temi educativi sensibili all’interno delle singole realtà scolastiche.

La cosiddetta “educazione di genere”, sebbene introdotta e presentata come giusta lotta verso le discriminazioni, risulta sul piano pedagogico e nella prassi didattica fondata su impostazioni spesso ideologiche e in ogni caso fortemente ambigua, strumentalizzabile e divisiva.

Per questo le famiglie la guardano con legittima diffidenza.

Molti genitori in diverse scuole d’Italia chiedono sempre più spesso informazioni precise e l’esonero per i propri figli da tali percorsi didattici, riscontrando non di rado scarsa attenzione alle loro richieste e un disconoscimento del proprio primato educativo.

E’ facile prevedere purtroppo che questa situazione si complicherà ancora di più in conseguenza dell’attuazione della L.107 sulla “Buona Scuola”, che al comma 16 prevede l’introduzione di percorsi educativi che trattano tematiche delicate e sensibili, le quali impattano sull’ identità dei discenti e sulle scelte culturali ed educative delle famiglie.

E’ a rischio quindi il fondamentale patto educativo tra scuola e famiglia. E’ indubbio il ruolo fondante della famiglia nella formazione delle identità in via di sviluppo e nella trasmissione dei propri valori. Tale ruolo è riconosciuto dall’art.30 della Costituzione e dall’art.26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

La problematica dell’introduzione nella scuola pubblica di prassi educative e didattiche su temi sensibili, controversi sul piano scientifico e tra le famiglie, coinvolge altresì il fondamentale aspetto della libertà di insegnamento dei docenti, anche in considerazione di posizioni teoriche contrastanti su questi temi.

– Come insegnanti della scuola italiana desideriamo esprimere il nostro pieno impegno nel contrasto verso qualsiasi forma di ingiusta discriminazione e nell’educazione dei futuri cittadini, valorizzando i principi del rispetto, dell’accoglienza e della convivenza civile, attingendo alla consolidata esperienza della scuola Italiana in tema di inclusione ed integrazione.

– Esprimiamo altresì la volontà di coinvolgere pienamente le famiglie soprattutto in merito alle proposte di educazione all’affettività, riconoscendo la dipendenza di tale delicata dimensione della personalità, dalle variabili culturali proprie delle singole famiglie e che pertanto da esse sper prime dovranno essere ritenute idonee.

– Garantiremo che l’alleanza educativa tra scuola e famiglia venga rispettata attraverso l’ufficializzazione della prassi del Consenso Informato Preventivo che la scuola è chiamata a recepire su tutti progetti legati a temi sensibili e controversi.

– Sarà dunque nostro impegno, in tutti gli Istituti nei quali operiamo, proporre progetti condivisi dalle famiglie, garantire il valore pedagogico dei percorsi educativi e didattici, fornire un’informazione dettagliata ai genitori su tutti gli aspetti delle attività che vertano su questioni etiche e affettive.

In particolare garantiremo assoluta vigilanza sulla cosiddetta “educazione di genere” quale possibile veicolo di confusione circa l’interpretazione dei termini “genere”, “sesso” e “gender”, su questo sottolineeremo che il concetto di genere si leghi a quello di sesso per evitare appropriazioni ideologiche di qualsiasi segno e possibili percorsi di indifferentismo sessuale.
Vaglieremo le iniziative collegate alla cosiddetta “decostruzione degli stereotipi” perchè non vengano posti in discussione i modelli di riferimento fondamentali per l’armonico sviluppo dell’identità di bambini e ragazzi, quali le figure paterna e materna, nella valorizzazione della differenza sessuale tra maschi e femmine.
Il padre e la madre non sono stereotipi da decostruire ma rappresentano il fondamento della società di tutti i tempi e le fibre nelle quali si struttura la formazione della persona in tutta la sua globalità.

– Desideriamo rilanciare nella scuola e con la scuola, il valore, spesso sminuito, del primato educativo dei genitori, unitamente alla sottoscrizione di un impegno volto a garantire attività alternative agli alunni le cui famiglie, dinanzi a progetti didattici non condivisi avranno espresso chiaro e motivato dissenso.

Riteniamo che questa sia questa una modalità idonea a garantire la libertà di educazione, quale patrimonio di diritto che appartiene tanto alla famiglia quanto alla scuola e all’ intera società democratica.

Roma, marzo 2017″

Per aderire: info@nonsitoccalafamiglia.org.
L’Osservatorio sul Gender de LaNuovaBQ

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