Lutero, Papa Francesco e la commemorazione dei 500 anni della Riforma

 

Il Papa andrà in Svezia per “commemorare” i 500 anni della Riforma e i suoi “ doni”.
Per capire meglio quali siano questi doni forse non è superfluo richiamare il pensiero di questo “grande”, costretto, secondo il cardinal Kasper a diventare riformatore, ponendosi nella linea dei grandi riformatori che lo avevano preceduto, quali, ad esempio S. Francesco. Si potrebbe subito obbiettare che vi è una differenza radicale fra S. Francesco e Lutero. Francesco si confrontò con il Papa, mentre Lutero non accettò mai questo confronto. Francesco riformò la Chiesa dal di dentro, Lutero divise la Chiesa e si pose al di fuori.

S. Francesco nutriva poi un grandissimo amore per L’ Eucaristia e per la presenza di Gesù nel sacramento dell’ altare: “S. Francesco d’Assisi “ardeva di amore in tutte le fibre del suo essere verso il Sacramento del Corpo del Signore, preso da stupore oltre ogni misura per tanta benevola degnazione e generosissima carità. Riteneva grave segno di disprezzo non ascoltare almeno una Messa al giorno, se il tempo lo permetteva. Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri…

Un giorno volle mandare i frati per il mondo con pissidi preziose, perchè riponessero in luogo il più degno possibile il prezzo della redenzione, ovunque lo vedessero conservato con poco decoro.

Voleva che si dimostrasse grande rispetto alle mani del Sacerdote, perché ad esse è stato conferito il Divino potere di consacrare questo Sacramento. “Se mi capitasse – diceva spesso – di incontrare insieme un Santo che viene dal cielo ed un Sacerdote poverello, saluterei prima il Prete e correrei a baciargli le mani. Direi infatti: Ohi! Aspetta, San Lorenzo, perché le mani di costui toccano il Verbo di vita e possiedono un potere sovrumano!'”.

A differenza di quello che poi affermerà Lutero.

Ecco , quindi, alcune affermazioni del grande riformatore.
– A Roma c’è l’anticristo, Lutero ripeterà questa affermazione pressoché fino alla morte*
– “Asino, cane, re dei ratti, coccodrillo, larva, bestia, drago infernale, escremento del diavolo, porco epicureo”: questi alcuni degli epiteti che Lutero riserva ai successori di Pietro.*      

Prima della sua morte, Lutero offre ai principi tedeschi consigli su come comportarsi nei confronti degli ebrei:
– “è cosa utile bruciare tutte le loro Sinagoghe, e se qualche rovina viene risparmiata dall’incendio, bisogna coprirla di sabbia e fango, affinché nessuno possa vedere più nemmeno un sasso o una tegola di quelle costruzioni”*
– “siano distrutte e devastate anche le loro case private. Infatti, le stesse cose che fanno nelle Sinagoghe, le fanno anche nelle case”*
– “sia imposta la fatica ai Giudei giovani e robusti, uomini e donne, affinché si guadagnino il pane col sudore della fronte”*

Sulla Messa dichiara:
– Io dichiaro che tutti i postriboli, gli omicidi e gli adulteri sono meno malvagi quell’ abominazione che è la massa papista**
– Quando la messa sarà distrutta, penso che avremo rovesciato tutto il papismo. Il papismo infatti poggia sulla messa come su una roccia, tutto intero con i suoi monasteri, vescovadi, collegi, altari, ministri e dottrine, in una parola con tutta la sua pancia. Tutto ciò crollerà necessariamente, quando sarà crollata la loro messa sacrilega e abominevole.**

Se è vero che tutti vorremmo ritrovare quell’ unità che si è perduta durante i secoli è altrettanto vero che rimangono, tuttora, nonostante i passi che ci sono stati dopo il Concilio Vaticano II, numerose differenze con le Chiese della Riforma, dal numero dei Sacramenti, dalla concezione stessa di Chiesa, ma soprattutto sull’ Eucaristia e sulla presenza reale.

Il Concilio di Trento riassume la fede cattolica dichiarando: “Poiché il Cristo, nostro Redentore, ha detto che ciò che offriva sotto la specie del pane era veramente il suo Corpo, nella Chiesa di Dio vi fu sempre la convinzione, e questo santo Concilio lo dichiara ora di nuovo, che con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo del Cristo, nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla santa Chiesa cattolica transustanziazione.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1376)

La concezione protestante e la risposta di Trento

La concezione protestante dell’Eucaristia ne accentuò unilateralmente il carattere di banchetto a spese del carattere di sacrificio, ed elaborò una concezione della presenza di Cristo nell’Eucaristia che a Lutero non sembrò compatibile con il termine transustanziazione; Lutero vi contrappose la dottrina dell’impanazione o consustanziazione], che in realtà era stata sostenuta già prima di lui, e con la quale intendeva salvaguardare la presenza reale: per tale dottrina il corpo e il sangue di Cristo diventano coesistenti con le sostanze del pane e del vino che continuano a esistere, e possono così essere ricevuti nella fede.
In risposta ai riformatori, il Concilio di Trento fissò nel Decreto sull’Eucaristia (1551) il dogma della transustanziazione contro le interpretazioni simbolistiche dei riformatori:

«Quoniam autem Christus redemptor noster corpus suum id, quod sub specie panis offerebat, vero esse dixit, ideo persusum semper in Ecclesia Dei fuit, idque nunc denuo sancta haec Synodus declarat: per consecrationem panis et vini conversionem fieri totius substantiae panis in substantiam corporis Christi Domini nostri, et totius substantiae vini in substantiam sanguinis eius. Quae conversio convenienter et proprie a sancta catholica Ecclesia transsubstantiatio est appellata.»

«Ma poiché Cristo nostro redentore disse che ciò che offriva sotto l’apparenza di pane era veramente il suo corpo per questo nella Chiesa ci fu sempre la persuasione, e ciò ora nuovamente dichiara questo santo Sinodo: per la consacrazione del pane e del vino avviene la trasformazione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del corpo di Cristo nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo sangue. Questa trasformazione è in maniera conveniente e propria chiamata transubstanziazione dalla santa Chiesa Cattolica. »
(Sessione XIII, DS 1642 )

Il successivo canone 2 esclude perentoriamente che nel “sacrosanto Sacramento dell’Eucaristia” permanga “la sostanza del pane e del vino insieme con il Corpo e Sangue di nostro Signore Gesù Cristo”, e afferma che viene chiamata in maniera molto appropriata transustanziazione “quella mirabile e singolare conversione di tutta la sostanza del pane in corpo e di tutta la sostanza del vino in sangue”. ( da Cathopedia, Enciclopedia Cattolica)

Sulla concezione di Chiesa, che nasce dalla Riforma, riportiamo quelle che sono le parole dell’ allora Cardinal Ratzinger, pronunciate in tempi non sospetti.

« La mia impressione è che tacitamente si vada perdendo il senso autenticamente cattolico della realtà “Chiesa” senza che lo si respinga espressamente. Molti non credono più che si tratti di una realtà voluta dal Signore stesso. Anche pres­so alcuni teologi, la Chiesa appare come una costru­zione umana, uno strumento creato da noi e che quindi noi stessi possiamo riorganizzare liberamente a seconda delle esigenze del momento. Si è cioè in­sinuata in molti modi nel pensiero cattolico, e per­fino nella teologia cattolica, una concezione di Chiesa che non si può neppure chiamare protestan­te, in senso “classico”. Alcune idee ecclesiologiche correnti vanno collegate piuttosto al modello di certe “chiese libere” del Nord America, dove si rifugia­vano i credenti per sfuggire al modello oppressivo di “chiesa di Stato” prodotto in Europa dalla Ri­forma. Quei profughi, non credendo più nella Chie­sa come voluta da Cristo e volendo nello stesso tempo sfuggire alla chiesa di stato, creavano la lo­ro chiesa, un’organizzazione strutturata secondo i loro bisogni ».(da:RAPPORTO SULLA FEDE – Edizioni Paoline 1985 -V. Messori a colloquio con il cardinale J. Ratzinger)

Personalmente ritengo che la Riforma di Lutero abbia portato una grande ferita al cuore della cattolicità che non sarà di facile composizione, anche per tante scelte che stanno facendo e sono sta fatte dalle varie chiese che da essa sono nate, non ultimo il “sacerdozio”, o della figura del pastore femminile e l’ episcopato femminile.

Dopo tutte le ferite non vi è da commemorare altro se non invocando il perdono e “la misericordia”, tanto cara a papa Francesco, per chi si è allontanato dalla verità, in un tempo in cui non tutti i pastori erano all’ altezza del compito loro affidato.

qydiacdon

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* La libertà deviata che ha animato Lutero
di Angela Pellicciari

** La profezia finale
Di A. Socci

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