La foto più “condivisa”: “non è solo un gesto cristiano, è un gesto cristologico!” (J.Ratzinger/Benedetto XVI) [ perchè inginocchiarsi?]

“Chi si umilia sarà esaltato”.  Questo commovente scatto fotografico è il compendio della santa fede “cattolica”: sostengono l’anziana fedele che genuflette davanti a Gesù realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’Altare  i Santi Martiri che si rifiutarono di sacrificare ai demoni pagani e all’imperatore/dio; i Santi Martiri che non vollero seguire le elucubrazioni dell’eresia protestante; i Santi Martiri che non si fecero ammiccare dalle mode illuministe , marxiste o liberali. 
Dietro l’anziana donna inginocchiata ci sono anche le anime dei “martiri del silenzio“:  quei  consacrati e quei laici; quelle donne e quegli uomini che dalla conclusione dell’ultimo Concilio hanno offerto a Dio  la loro vita e le loro sofferenze per la salvezza della Chiesa Cattolica avendo avuto la celeste rivelazione che i démoni che si celano dietro la maschera della “modernità” avrebbero attaccato dall’interno e dall’esternola mistica Sposa di Cristo Signore con lo scopo di distruggerla.
Grazie nonnina per questo fulgido esempio” 
AC
L’inginocchiarsi non è solo un gesto cristiano, è un gesto cristologico. 
«Il passo più importante sulla teologia dell’inginocchiarsi è e resta per me il grande inno cristologico di Fil 2,6-11.
In questo inno prepaolino ascoltiamo e vediamo la preghiera della Chiesa apostolica e riconosciamo la sua professione di fede; ma sentiamo anche la voce dell’Apostolo, che è entrato in questa preghiera e ce l’ha tramandata; torniamo ancora una volta a percepire la profonda unità interiore di Antico e Nuovo Testamento, così come l’ampiezza cosmica della fede cristiana.
L’inno ci presenta Cristo in contrapposizione al primo Adamo: mentre questi cerca di arrivare alla divinità con le sole sue forze, Cristo non considera come un «tesoro geloso» la divinità, che pure gli è propria, ma si abbassa fino alla morte di croce.
Proprio questa umiltà, che viene dall’amore, è il propriamente [188] divino e gli procura il «nome che è al di sopra di tutti i nomi», «perché tutti, in cielo e sulla terra e sotto terra, pieghino le loro ginocchia davanti al nome di Gesù…».
L’inno della Chiesa apostolica riprende qui la parola profetica di Isaia 45,23: «Lo giuro su me stesso dalla mia bocca esce la verità, una parola irrevocabile: davanti a me si piegherà ogni ginocchio…».

Nella compenetrazione di Antico e Nuovo Testamento è chiaro che Gesù, proprio in quanto è il Crocifisso, porta il «nome che è al di sopra di tutti i nomi» – il nome dell’Altissimo – ed è Egli stesso di natura divina. 
Per mezzo di Lui, il Crocifisso, si compie la profezia dell’Antico Testamento: tutti si pongono in ginocchio davanti a Gesù, Colui che è asceso, e si piegano così davanti all’unico vero Dio, al di sopra di tutti gli dei.
La croce è divenuta il segno universale della presenza di Dio, e tutto ciò che noi abbiamo finora udito sulla croce storica e cosmica, deve trovare qui il suo vero senso.
La liturgia cristiana è proprio per questo liturgia cosmica, per il fatto che essa piega le ginocchia davanti al Signore crocifisso e innalzato.
È questo il centro della vera «cultura» – la cultura della verità.
Il gesto umile con cui noi cadiamo ai piedi del Signore, ci colloca sulla vera via della vita, in armonia con tutto il cosmo.
Può forse essere vero che l’inginocchiarsi è estraneo alla cultura moderna – appunto nella misura in cui si tratta di una cultura che si è allontanata dalla fede e che non conosce più colui di fronte al quale inginocchiarsi è il gesto giusto, anzi quello interiormente necessario.
Chi impara a credere, impara a inginocchiarsi; una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale. 
Dove questo gesto è andato perduto, dobbiamo nuovamente apprenderlo, così da rimanere con la nostra preghiera nella comunione degli apostoli e dei martiri, nella comunione di tutto il cosmo, nell’unità con Gesù Cristo stesso
Fonte del testo di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001, parte IV – Forma liturgica, cap. II – Il corpo e la liturgia, n. 3 – Atteggiamenti, pp. 181-190. Su “Missa gregoriana

 

 

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