Il Natale cristiano minacciato da laicismo e islam

In Europa il Natale cristiano sembra essere, ogni anno di più, strangolato in una stritolante e asfissiante morsa a tenaglia, per mano di due suoi acerrimi quanto opposti nemici giurati: il laicismo e l’islamismo.

Se, da un lato, infatti il pensiero laicista imperante serra la sua presa imponendo l’odierno diktat relativista, che sostituisce la parola Gesù con Perù per non urtare la sensibilità dei bambini “culturalmente distanti”, sul lato opposto, a stringere le mani al collo della già fragile Europa cristiana sono la paura del terrorismo islamico e il timore di offendere l’islam che hanno portato i governanti europei a “blindare” le feste cristiane e “rivedere”, se non cancellare del tutto, le proprie secolari tradizioni ed usanze religiose.

Una delle più evidenti conseguenze di tale inedito attacco al Natale cristiano è la scelta, da parte di diverse municipalità europee, di ribattezzare i propri tradizionali mercatini di Natale, “depurandoli” del loro carattere cristiano, attraverso l’utilizzo di nuovi nomi “neutri”, dall’aspetto più tollerante e multiculturale come Amsterdam Winter Parade, Bruxelles Plaisirs d’Hiver, Kreuzberger Wintermarkt, London Winterville, Munich Winter Festival. Tale stravolgimento delle celebrazioni del Natale 2017 nei diversi paesi europei è stato documentato in un interessante articolo di Soeren Kern, dal titolo Europa: L’islamizzazione del Natale, pubblicato sul sito gatestoneinsitute.org.

In Gran Bretagna, ad esempio, la chiesa di Ognissanti di Kingston sul Tamigi, in ottemperanza al clima multiculturale londinese, ha scelto di celebrare una doppia nascita congiunta politically correct di Gesù e di Maometto. Il Milad Advent e la Christmas Celebration, del 3 dicembre sono state quindi le celebrazioni bipartisan volte a «festeggiare la data di nascita del profeta Maometto e attendere con trepidazione la nascita di Gesù» e, per questo, la funzione religiosa di un’ora programmata per quel giorno, si legge nell’articolo di Soeren Kern, «prevedeva una parte dedicata alla preghiera islamica a cui faceva seguito il taglio di una torta di compleanno».

In Scozia, ha fatto invece scalpore il fatto che l’esorbitante stanziamento di 400 mila sterline (451 mila euro) per finanziare 23 eventi da organizzare nei mesi invernali, voluto dal ministro scozzese dello Sviluppo internazionale, Alasdair Allan, non prevedesse nemmeno una voce dedicata al Natale cristiano. Eppure Allan aveva presentato il proprio piano di investimenti come un programma di eventi che includeva tutte «le date importanti nel nostro calendario nazionale», specificando come tale «entusiasmante e diversificato» progetto avrebbe aiutato gli scozzesi a «celebrare tutto ciò che c’è di bello nel nostro meraviglioso paese durante i mesi invernali».

Tale inspiegabile lacuna programmatica ha suscitato l’indignata reazione di un portavoce della Chiesa cattolica di Scozia che ha così commentato la scelta del governo scozzese di ignorare la fondamentale festa del Natale: «Dobbiamo constatare con vivo rammarico che il governo scozzese ha scelto di non riconoscere la realtà religiosa del Natale in tutte le manifestazioni del Festival d’Inverno. Nell’ultimo censimento, più della metà della popolazione si è detta cristiana. I cattolici e altri cristiani, hanno il diritto di interrogarsi su questo Festival che, finanziato con risorse pubbliche, non include alcuna manifestazione che aiuti gli scozzesi a celebrare la nascita di Cristo che è indubbiamente l’avvenimento più importante dei mesi invernali».

Stessa musica in Danimarca, dove una scuola primaria di Graested ha depennato una funzione religiosa tradizionale che segnava l’inizio del Natale per non offendere i suoi alunni musulmani. Di fronte a tale inspiegabile rimozione, alcuni genitori hanno fatto notare l’atteggiamento equivoco della scuola che, al contrario, non si era fatta alcun “scrupolo”, recentemente, ad organizzare una manifestazione intitolata “La settimana della Siria”, immergendo i bambini nella cultura del Medio Oriente. Di fronte a tale obiezione il consiglio d’istituto ha risposto “picche” motivando con tali parole la “bontà” delle decisioni adottate: «Il consiglio appoggia la decisione della scuola di creare nuove tradizioni coinvolgendo bambini e giovani».

Dove le manifestazioni natalizie non vengono cancellate per motivi di “opportunismo” politico, sono le ingenti misure di sicurezza contro le crescenti minacce del terrorismo islamico a stravolgere i piani e le tradizioni da secoli consolidate. A tale riguardo, in Francia, il mercatino annuale di Natale del quartiere Croix-Rousse di Lione, come si legge sempre nell’articolo di Kern, è stato annullato «a causa degli esorbitanti costi della sicurezza per assicurare la protezione della manifestazione dalla minaccia del terrorismo di stampo islamico. Ma l’annuale Festa delle Luci non è stata cancellata».

Interrogato sui motivi di tale insolita e sconsolante decisione, il governatore militare di Lione, il generale di corpo d’armata Pierre Chavancy, ha replicato spiegando che per garantire la sicurezza dell’evento, visto il carattere “sensibile” della manifestazione, sarebbe stato necessario uno straordinario dispiegamento di forze pari a 1.500 soldati e agenti di polizia, con tanto di cani al seguito, oltre a brigate fluviali e unità anti-mine.

Non è andata diversamente nel vicino Belgio, dove il presidente della Croce Rossa di Liegi, André Rouffart, ha ordinato alle 28 sedi della città di rimuovere i crocifissi, in segno di “rispetto” nei confronti dei credenti delle altre religioni e per affermare così l’identità laica dell’organizzazione. Un volontario locale della Croce Rossa ha commentato così tale ennesima iniziativa politicamente corretta della sua organizzazione: «Una volta parlavamo di vacanze di Natale, ora le chiamiamo vacanze d’inverno. A Bruxelles, il mercato di Natale è stato ribattezzato ‘Plaisirs d’Hiver’. Lasciamo che le cose rimangano come sono».

In Germania, le proteste di uno studente musulmano per il fatto che i canti natalizi a scuola fossero incompatibili con l’Islam hanno indotto una scuola di Lüneburg a rinviare una festa natalizia trasformandola in un’attività extrascolastica non obbligatoria. La decisione ha suscitato l’ira di tantissimi genitori e «un’ondata di messaggi email di odio e anche di minacce contro la direzione della scuola e il consiglio d’istituto». Di fronte a tale sollevazione, il dirigente scolastico, Friedrich Suhr ha fatto sapere che sarebbero state ammesse solamente le canzoni di Natale “non cristiane” come «Rudolph, la renna dal naso rosso».

In generale in Germania, memore dell’attentato al mercatino natalizio di Berlino del 19 dicembre 2016 e dei fatti di Colonia della notte di capodanno seguente, sono state delle festività super blindate e ad alta tensione. Come riporta ancora l’articolo di Kern, a Berlino, «il tradizionale mercatino di Natale è stato protetto da barriere di cemento (…) A Stoccarda, un uomo di 53 anni è stato arrestato nel mercato di Natale dopo che aveva detto di recare con sé una bomba nello zaino. A Postdam, il mercatino natalizio è stato chiuso perché una farmacia lì vicino aveva ricevuto un pacco-bomba. A Bonn, il mercato di Natale è stato evacuato a causa di un allarme bomba».

Sempre nella capitale tedesca, per scongiurare le molestie di massa per mano di gruppi immigrati, verificatesi l’anno precedente a Colonia e in diverse città della Germania, per la prima volta, nella zona centrale della Porta di Brandeburgo è stata allestita una grottesca “safety zone” riservata alle donne, per metterle al riparo da possibili aggressioni sessuali.

In Spagna, il consiglio municipale di Madrid ha sostituito le festività di Natale organizzate nella capitale con una “Fiera internazionale delle culture” neopagana. Interpellata sulla decisione, la sindaca di Madrid Manuela Carmena, ha chiarito come obiettivo esplicito dell’iniziativa fosse proprio quello di scristianizzare il Natale al fine di renderlo più inclusivo: «Noi sappiamo tutti che il Natale è una festa di origine religiosa, ma è anche una celebrazione di umanità e di solidarietà. È per questo che il consiglio comunale di Madrid desidera fare tutto il possibile perché chiunque in questa città, da qualsiasi posto provenga, possa godersi il Natale».

Come se non bastasse la sindaca di Madrid ha stravolto anche la tradizionale “Cavalcata dei Re Magi” di Madrid, un appuntamento in Spagna sentitissimo in particolare tra i bambini, trasformandolo nell’ennesimo evento di indottrinamento LGBT+. La Cabalgata dello scorso 5 gennaio ha visto infatti sfilare per le strade del centro di Madrid la “Carroza de la Diversidad”, un carro arcobaleno promosso dall’organizzazione omosessualista Orgullo Vallekano, allestito in perfetto stile “Gay Pride”, con la drag queen “La Prohibida” (una sorta di Wladimir Luxuria ispanica), in compagnia di altre due “artiste” nelle insolite vesti di “Regine maghe”, a regalare dolciumi e caramelle ai bambini assiepati ai lati delle strade.

La Drag Queen “La Prohibida” distribuisce dolciumi ai bambini
Per completare il quadro, a casa nostra, in Italia, l’episodio più significativo, che ha raccolto una spontanea indignazione, anche da parte di coloro abitualmente indifferenti, se non complici, dell’attuale processo di scristianizzazione della società europea, è stato quello accaduto presso la scuola primaria Beato Odorico da Pordenone di Zoppola dove un’insegnante, per non urtare la sensibilità dei bambini stranieri, ha pensato bene di sostituire, all’interno della canzone dal titolo Minuetto di Natale, la parola “Gesù” con “Perù”.

La vicenda è venuta a galla, per caso, solo dopo che i genitori di due fratellini durante il pranzo di Natale in famiglia hanno ascoltato esterrefatti i loro figli intonare la canzoncina imparata a scuola. La notizia è poi rimbalzata in breve tempo sui social guadagnando le prime pagine di tutti i giornali e siti web, mettendo così a nudo lo strabiliante livello di ottusità raggiunto dai paladini del politicamente corretto.

Lupo Glori in Corrispondenza Romana

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