Ecco l’ Agnello di Dio – meditazione con i bimbi e genitori del catechismo

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Per indicare Gesù, vedendolo venire verso di lui, Giovanni Battista fa riferimento ad un animale che è importante nella storia del popolo di Israele: un agnello!

Questa settimana noi venerdì abbiamo celebrato la festa di un grande santo che è protettore degli animali: S. Antonio abate. Mia madre mi racconta che mio nonno, che era un contadino, la sera della festa di S. Antonio puliva la stalla a regola d’arte, dava da mangiare in abbondanza agli animali che in quella notta parlavano! Proviamo ad immaginare se gli animali parlassero In passato, durante la notte degli animali parlanti, i contadini si tenevano lontani dalle stalle, perché udire gli animali conversare era segno di cattivo auspicio. Sarebbe bello poter comunicare con i nostri cucciolotti, anche solo per una notte! Secondo voi che cosa ci direbbero se potessero parlare? Cosa vi piacerebbe sapere da loro?
A me piacerebbe sapere se è soddisfatto della sua situazione, se c’è qualcosa che proprio non sopporta e cosa vorrebbe per essere felice. La storia seconda dice che un giorno il santo guarì un maialino e da quel momento questi lo seguì fedele come un cane. E il maiale diventò un privilegio dei Fratelli Ospedalieri di sant’Antonio, fondati nel 1600, che potevano allevarlo per nutrire gli ammalati che accorrevano alla chiesa di Saint-Antoine-de-Viennoi a alla Motte-Saint-Didier, dopo che si era sparsa la voce che attribuiva al santo la facoltà di guarire l’herpes zoster, grazie al suo dominio sul fuoco.

Ma torniamo all’ agnello del Vangelo, che è poi Gesù!
Quali sono i sentimenti che suscita un agnello? Sono sentimenti di tenerezza, di fragilità, di mitezza, di dolcezza. Se pensiamo invece ad un animale che è esattamente il contrario invece mi viene da pensare al leone, forte, potente: il re della foresta. Giovanni annunciando la venuta di Gesù aveva descritto la figura del Messia, che è Gesù come un uomo forte, che avrebbe fatto ordine con energia e determinazione. Ma il Padre ci manda che cosa? Lo abbiamo appena celebrato nel Natale un bimbo indifeso, proprio come è indifeso un agnellino.

Ha mandato a questa umanità qualcuno che: “ci salvasse non con la forza, ma con la luce di quella verità che viene da Dio, con la dolcezza e la misericordia. Qualcuno che non si impone agli altri in modo violento, che non agita il popolo affinché si ribelli, ma che al contrario subendo lui stesso violenza, pensiamo alla passione e alla croce, subendo gli insulti degli uomini che hanno perso il lume della ragione.

Quell’ Agnello lì, (Gesù), è colui che toglie il peccato del mondo, come fece l’ agnello che salvò i primogeniti in Egitto nella prima Pasqua, permettendo la liberazione del popolo di Israele.
Che del male nel mondo ce ne sia lo vediamo nelle cronache di tutti i giorni, ma dove viene questo male e come si toglie. Tutto questo male dal peccato che rovina il cuore dell’uomo.

Tanti oggi pensano di non avere nulla di cui chiedere perdono al Signore. Di non avere nessun peccato da confessare, ma il male si elimina solo eliminando il peccato, per questo Gesù è venuto ed ha dato la sua vita per noi. A noi accogliere il suo invito alla conversione e al cambiamento, aprendoci alla preghiera, riconoscendo di aver bisogno di questo agnello-Gesù, seguendone le orme.
Nel Vangelo di Marco leggiamo: “Dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male”. Permettiamo al Signore Gesù di cambiare il nostro cuore, così il mondo e la vita degli uomini sarà cambiata

S. Antonio abate ha fatto proprio questo. Attratto dall’insegnamento evangelico “Se vuoi essere perfetto, va, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi”, e sull’esempio di alcuni anacoreti (eremiti) che vivevano nei dintorni dei villaggi egiziani, in preghiera, povertà e castità, affidò la sorella a una comunità di vergini e si dedicò alla vita ascetica, prima davanti alla sua casa e poi al di fuori del paese in una grotta che ancora oggi è nota e venerata, sul monte Colztum, vicino al mar Rosso.

Seguiamo, secondo i doni che il Signore ci dà l’esempio di S. Antonio e oggi quando sentiremo che il sacerdote mostrando l’ostia dirà: “ Ecco l’ agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” riconosciamo che abbiamo bisogno di Lui e chiediamogli con fede che cambi il nostro cuore!

Deo gratias,qydiacdon

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