A 27 anni Charlene è morta per salvare la bimba nel suo grembo

Una famiglia californiana di giovanissimi genitori con tre figlie e la quarta in arrivo; nonostante i suoi problemi cardiaci, mamma Charlene si è fatta operare per salvare la piccola Quinn che è nata prematura e sta bene

 

Tutto si è deciso in fretta senza il tempo di riflettere, solo il tempo di dire sì a un intervento per salvare una figlia in pericolo; anche a rischio di morire. Per una madre questo tipo di scelta istintiva non è irragionevole, ma piena della consapevolezza viscerale del proprio posto, essere custode della vita. In effetti, non è neppure una scelta; semmai è la conferma di un sì detto molto prima, e confermato giorno per giorno nella vita familiare.

Una famiglia aperta alla vita

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TORINO Preservativi alla festa, il Patrono si ritira in chiesa

Il sindaco farà distribuire profilattici durante gli eventi legati alla festa del patrono di Nichelino. La Chiesa locale non ci sta e annulla la processione di San Matteo e la messa in piazza, ritirandosi in chiesa. Una testimonianza controcorrente di rinuncia ad uno spazio civico che richiama l’opzione Benedetto: ritirarsi per essere più liberi e non scendere a compromessi col mondo. E in questo modo dare una testimonianza ai giovani più forte di quella che avrebbe dato se avesse fatto finta di nulla.

Il palco a Nichelino per la messa e il concerto
Preservativi gratis per la festa del patrono. C’è molto più della guareschiana distinzione tra sacro e profano nella vicenda che sta animando il comune di Nichelino, nell’hinterland torinese. L’iniziativa del sindaco di offrire condom con la scusa di una campagna di prevenzione contro le malattie sessualmente trasmissibili, non è soltanto una “fesseria”. E’ la riprova, piuttosto, che di fronte ad un’offensiva anticristiana la Chiesa deve progressivamente cedere terreno per rintanarsi al riparo delle mura ecclesiali. Infatti, i parroci dell’Unità pastorale 55 della diocesi di Torino, hanno dovuto ammainare la bandiera e annullare tanto la processione del santo patrono quanto la messa che si sarebbe dovuta svolgere in piazza, ripiegando così in chiesa.

I fatti sono stati raccontati dai giornali locali. Domenica 23 settembre la tradizionale Sagra di San Matteo, patrono della cittadina, di cui la Chiesa fa memoria oggi, sarebbe entrata nel clou delle celebrazioni. Che, come accade in ogni angolo d’Italia, sono sia di carattere religioso che civile. La Chiesa la chiama Sagra, il Comune la chiama Festa, ma il risultato è sempre un mix di eventi legati alla fede e alla devozione verso il santo e di iniziative di carattere più profano che non c’entrano col santo, ma sono espressione genuina, anche se il più delle volte commerciale, di appartenenza ad un territorio. Continue reading

Bambino di 8 anni prega il Santissimo e ottiene una grazia per la sua famiglia

Diego, un bimbo la cui fede in Gesù Sacramentato ha trasformato la realtà della sua famiglia, segnata da maltrattamenti, alcolismo e povertà
Padre Patricio Hileman, responsabile della formazione di cappelle di Adorazione Perpetua in America Latina, ha condiviso la toccante testimonianza di Diego, un bambino messicano di 8 anni la cui fede in Gesù Sacramentato ha trasformato la realtà della sua famiglia, segnata da problemi di maltrattamenti, alcolismo e povertà.

La storia si è svolta a Mérida, capitale dello Stato messicano dello Yucatán, nella prima cappella di Adorazione Perpetua che i missionari di Nostra Signora del Santissimo Sacramento hanno istituito nella città.

Padre Hileman ha riferito al Gruppo ACI che il bambino ha sentito in uno dei suoi interventi che “Gesù benedirà cento volte tanto chi si dispone a vegliare all’alba”.

“Dicevo che Gesù ha invitato i suoi amici all’Ora Santa. Gesù ha detto loro: ‘Non riuscite a vegliare un’ora con me?’, gliel’ha detto tre volte e lo ha fatto all’alba”, ha ricordato il sacerdote argentino. Continue reading

Giulia Gabrieli continua a contagiare con la sua gioia. In suo nome scuola estiva in ospedale

E’ ispirata proprio a lei ed esiste da sei anni a Bergamo una scuola estiva in ospedale, perché i piccoli pazienti possano continuare a studiare. La convenzione stipulata con l’ufficio scolastico regionale dà stabilità al progetto

 

Il bene è ostinato e inestirpabile, più dell’erba grama.

Al Papa Giovanni XXIII, ospedale della città orobica, esiste una realtà nata proprio sulla scia della vita portentosa di una ragazzina normale, Giulia Gabrieli, che in quelle stanze e corridoi ha vissuto e ha affrontato la malattia, contagiando – ma con la vita – anche i medici. Ora provveditorato e associazione consolidano il progetto.

Era stata proprio lei, così contenta della sua “scuola in pigiama”, ad esprimere il desiderio che questa realtà continuasse anche d’estate, per i debiti formativi da recuperare, per gli esami da preparare e in fondo per godersi una fatica che quando si è malati scopre il suo vero volto: imparare è bello, impegnarsi anche sui libri ha senso. Continue reading

Una testimonianza “sorprendente” con Gesù nel tabernacolo

Caro Gesù nascosto nel tabernacolo, ti chiedo di perdonarmi per le volte in cui ti ho lasciato solo, per quando ho dubitato della tua presenza reale e quando ti ho offeso

 Mi nasce dal profondo dell’anima una breve preghiera, sincera, per chiedere al buon Gesù di perdonarmi perché non ho saputo essere il migliore dei suoi amici.

Mi ha mostrato che Egli è lì, nei tabernacoli, VIVO. Non è un teorema, né un’ipotesi o qualcosa di irreale. È davvero VIVO in ogni tabernacolo del mondo.

Pensavo alle splendide testimonianze che mi inviate sulle vostre visite a Gesù nel tabernacolo. Stavo facendo pulizia nella mia stanza e ho ritrovato per caso delle lettere del 2001. Mi sono fermato a leggerle e in una ho trovato questo piccolo gioiello del mio amico argentino Horacio Mantilla. È una storia meravigliosa e desidero condividerla con voi: Continue reading

Morire a 17 anni per Gesù si può: ma in Occidente?

Sono profondi gli occhi di Sharoon. Diciassette anni, pakistano, proveniente da una famiglia povera di Chack villaggio della provincia del Punjab, è stato massacrato a colpi di bastone fino al sangue. La sua colpa? Non solo di essere cristiano ma di essersi rifiutato di abiurare la sua fede per professare quella islamica cedendo alle minacce dei compagni.

Suo padre, Elvab Mashi, pur molto povero, aveva deciso di fare un grande sacrificio mandando il figlio nella scuola pubblica della città di Burewala per dargli un’istruzione e quindi un futuro migliori. Ma quando a fine agosto Sharoon aveva cominciato le lezioni, fin da subito era stato discriminato. Infatti, solo per il fatto di non avere ancora l’uniforme scolastica era stato sbattuto fuori dalla classe. Costretto a rimanere sulla porta per tutto il giorno. Il padre, indebitandosi, aveva subito accompagnato il figlio a comparare la divisa che in realtà si era rivelata solo un pretesto. Infatti, riammesso in classe, Sharoon era stato oggetto di scherni pesantissimi, nell’indifferenza del personale scolastico. Ieri i sua mamma, Riaz Bibi, ha spiegato che dal momento che mio figlio “era un cuore buono, che si impegnava molto, affabile, era sempre stato amato dai suoi insegnanti e dagli studenti, condivideva il grande dispiacere di essere stato bollato dagli studenti della sua nuova scuola a causa della sua fede”. Ma non solo, perché “Shroon piangeva insieme a me ogni sera quando descriveva le torture giornaliere a cui era soggetto. Ma condivideva solo alcuni dettagli delle violenze che subiva”. Continue reading

La mia amicizia con Caffarra mentre si consumava per amore della Chiesa

Conobbi il cardinal Caffarra, prima grazie al mio lavoro e poi come padre e amico. Avevo 25 anni la prima volta che lo chiamai come giornalista chiedendogli ingenuamente, come parlassi a un prete qualunque, perché nella Chiesa nessuno diceva che la legge 40 era un abominio inaccettabile. Non mi domandò, come avrebbe potuto fare, chi fossi e chi mi credevo di essere ma rimase in silenzio addolorato. Silenzio poi che ruppe con vigore durante l’ultimo sinodo sulla Famiglia, quando vide il demonio, come diceva lui, sferzare il suo attacco più pensante alla Chiesa “attraverso quello alla famiglia e quindi alla creazione divina”, diceva spesso. Trovai così in Caffarra un grande conforto, mentre tanti uomini di Chiesa preferivano aderire all’ambiguità imperante, lasciando i loro figli nello smarrimento.

Poi, poco dopo, ebbi la grazia di incontrarlo di persona. Infatti, grazie all’amicizia di padre e maestro che il cardinale aveva con mio fratello (sacerdote che studia presso il suo tanto amato Istituto Giovanni Paolo II), ebbi il privilegio di spendere una settimana di vacanza con lui insieme alla Comunità di Cl del mio paese. Quando arrivai in montagna mi dissero che il cardinale mi aspettava. Io non potevo crederci, dato che quando ci eravamo sentiti qualche anno prima, avevamo parlato solo al telefono. Invece, appena mi vide, mi abbracciò forte esortandomi con dolcezza infinita così: “Forza Benedetta eh, forza” e me lo ripeteva, non per circostanza, ogni volta che mi incontrava nei corridoi dell’albergo e la mattina quando andavo a dargli il buongiorno. Continue reading

Mario Finzi, giovane ebreo bolognese deportato ad Auschiwtz

Mio Dio, sono nato per contemplarti, per vivere di te, per agire per te. Solo la coscienza di servirti fedelmente può darmi la pace, Tremo al pensiero di non essere degno di te. Questo è il vero “timor di Dio”. Mio Dio sono cresciuto e ho dovuto sopportare di vederti misconosciuto non solo con il pensiero, ma perfino con l’azione e la parola … E dentro di me mi sono proposto allora di compensare le offese, di essere tuo cavaliere senza macchia e senza paura. Continue reading

Aurora è morta a soli otto anni. Eppure il suo nome sa di profezia

Aveva vinto il Premio della Bontà nel 2014. Muore poco dopo che i suoi genitori si sono sposati in Chiesa, proprio come aveva desiderato lei

A volte le parole possono davvero aiutare.

Perché un conto è dire “seppellisco la mia bambina” un  altro è sapere che la sto accompagnando al cimitero. Cimitero significa dormitorio. Hanno messo a letto la loro bambina. Aurora.

Morta a otto anni, il 10 agosto 2017. Solo otto anni. Aurora, che nel nome ha scritto che è nata per arrivare per prima e spargere luce. Acquarellare il cielo di rosa e violetti e promettere il sole. La luce piena, intera, gialla. Il giorno.

Ho letto anche sulle pagine di cronaca cittadina del Corriere e su Il Mattino di Padova della sua vita. Di come la metà sia stata spesa in ospedale e comunque in aperta battaglia contro il neuroblastoma che l’aveva colpita. Ho letto del fatto che era molto amata, dai genitori, i nonni, la sorellina. I compaesani, i compagni, il parroco.

Era già finita sui giornali perché nel 2014, ancora all’inizio della sua malattia, aveva ingaggiato una raccolta fondi per il reparto oncoematologico dell’ospedale pediatrico padovano. Continue reading