AAA: Vacanza alternativa offresi … tour operator: Gesù – XVI Domenica anno B

Venite in disparte, riposatevi un po’ …
Sono le parole che abbiamo sentito nel Vangelo, rivolte ai discepoli che Gesù ha inviato in missione ad annunciare il Regno, la conversione e che sono tornati  e gli hanno raccontato “ tutto quello che avevano fatto ed insegnato”.

Esattamente come è per ciascuno di noi come cristiano inviato nel mondo come testimone e annunciatore del regno di Dio.

Fra le tante esigenze, che noi abbiamo come persone, per come siamo fatti vi è anche quella del riposo, che comunemente viene inteso come astenersi o sospendere un’attività per recuperare le forze, ritemprare. Alcune professioni sono poi particolarmente faticose sia fisicamente che mentalmente.
Oggi, poi, tutti noi sosteniamo un ritmo di vita complesso, sempre più frenetico o forse sarebbe meglio dire caotico, nonostante, anche a causa dei mezzi che la tecnologia, ci mette a disposizione, che ci fanno vivere in un tempo sempre più accelerato, sempre raggiungibili, reperibili. A volte, però, anche schiavi di questi strumenti con i quali si tende a vivere un rapporto di dipendenza. Magari si arriva ad assistere alla proiezione di un film mentre si mandano o si ricevono messaggi. ( Molto diffuso fra giovani e giovanissimi) 
Allora sentiamo tutto il peso di uno stress che si accumula sempre di più, si sente il bisogno di “staccare la spina”. Di fronte a tutte le proposte che ci vengono offerte in questo, dai vari operatori dell’ industria, del tempo libero, dove tantissimi di noi stanno già godendo o si apprestano a godere un periodo di riposo il Signore ai suoi e a noi propone un riposo un po’ diverso , alternativo!

«Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’».

 Gesù invita i suoi a ritirarsi, ad appartarsi a cercare non solo la “frescura” fisica, di cui abbiamo tanto bisogno in questi giorni veramente roventi, ma di una rinnovata “frescura” spirituale. È l’ invito a ritrovare una dimensione con la quale noi non abbiamo più dimestichezza, che è quella del silenzio, del raccogliersi in se stessi e ripensarsi, di appartarsi con il Signore per ritrovarci e per ritrovarlo. Solo nel silenzio potremo riprendere consapevolezza di quei misteri che accompagno la nostra vita e che, proprio perché ordinari, corrono il rischio di essere banalizzati, sciupati e lasciati trascorrere nell’ insignificanza, nella banalità, nella stupidità, anche.

Il mistero della vita,
questa vita, la mia vita. Concreta, vera, con  le sue complicazioni, ma anche con le sue gioie. Vita come dono, che non possiedo, ma data. Chiamati a costruirla giorno dopo giorno allacciando e tessendo fili che, visti ora, ci fanno solo intuire quell’ immagine bellissima e stupenda che  ci verrà svelata  alla fine, quando, annodato l’ultimo nodo, l’ arazzo verrà da qualcun’altro girato dalla parte giusta e l’ immagine, della nostra vita, apparirà nella sua grandezza e bellezza. (speriamo!)

Il mistero della morte,
difficile. Fa prendere consapevolezza della nostra fragilità, della nostra debolezza, di un desiderio di infinito e di eternità che è dentro nel cuore di ciascuno di noi che trova la risposta nella speranza serena della fede, oppure che si infrange nel fatalismo, nel cinismo o, peggio ancora, nella disperazione. Mistero che ancora di più mi fa comprendere quanto la vita sia dono grande, importante e, soprattutto da vivere con intensità!

Il mistero del tempo.
Tempo prezioso quello della nostra esistenza. Un’ esistenza da viandanti per raggiungere la meta, quella “patria” che va oltre il tempo e approda nell’ eternità. Tanto prezioso che l’ accesso a quella patria sarà possibile solo da come abbiamo impiegato e da cosa abbiamo reso significativo il tempo che ci è dato qui, adesso. Se sarà pieno di “ quell’ amore vissuto nei fatti e nella verità”, di cui parla l’ apostolo Giovanni o di “vanità delle vanità”, come ricorda Qoélet. 

“Alla fine della vita saremo giudicati dall’ amore” diceva S. Giovanni della croce.

Il mistero della presenza di Gesù, il vivente, accanto a noi.
Spesso può venire la tentazione di pensare che il Signore sia distratto, oppure che “stia dormendo”, come succede nella tempesta, mentre i discepoli attraversano il lago! Non è  così, in realtà Gesù è il nostro compagno di viaggio e ci è accanto, sempre. Più spesso siamo noi che non riusciamo più a percepire la sua presenza nelle vicende della nostra storia personale e collettiva. La sua è una presenza tenera, che ha a cuore la nostra persona. Come pastore vero, buono vuole guidarci nel cammino della nostra esistenza e il suo cuore palpita per noi di amore e di misericordia. Non rimane indifferente ai nostri drammi e ai nostri dolori, come, purtroppo accade da parte di chi dovrebbe  avere a cuore il bene delle persone che gli sono affidate.

Accettiamo la proposta di vacanza alternativa che Gesù ci propone e davvero tutta la nostra persona e la nostra anima ne trarranno giovamento e torneremo ristorati.

Come scrive qualcuno: “Come è riposante la presenza del Signore, che invita: Venite in disparte, voi soli! Egli è la nostra pace! La pace non si costruisce e non si trova nei luoghi del mondo o della storia: è intimità con Lui. Egli è la nostra pace! La missione prima di essere un andare, è uno stare. Stare con Gesù, nostra Pace, per posare e riposare sul suo cuore, per permettere all’acqua di ritornare limpida. Senza questo stare potrebbe capitare di andare, senza portare Lui, ma semplicemente la nostra non pace, che genera guerre. Egli è la nostra pace! Con Lui, e solo con Lui, non manco di nulla.” (mons. Giuseppe Giudice ).

Soli Deo Gloria
qydiacdon

 

 

 

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