6 perle del grande filosofo Blaise Pascal per saziare la sete di Dio

1) MISERIA E GRANDEZZA DELL’UOMO
«Quando considero la breve durata della mia vita assorbita nell’eternità che la precede e che la segue – memoria hospitis unius diei praetereuntis –, il piccolo spazio che occupo e anche quello che vedo sprofondato nell’infinita immensità degli spazi che ignoro e che mi ignorano, sono preso da spavento e stupore nel vedermi qui piuttosto che là, perché non c’è alcun motivo che io sia qui piuttosto che là, che io sia adesso piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo? Per ordine e opera di chi mi sono stati destinati questo luogo e questo tempo?».

2) OLTRE LA RAGIONE
«Sottomissione. – Bisogna saper dubitare quand’è necessario; affermare quand’è necessario, sottomettersi quando è necessario. Chi non fa così non comprende la forza della ragione. Vi sono persone che vanno contro questi tre principi: o affermando tutto come dimostrativo, non intendendosene di dimostrazioni, o dubitando di tutto, non sapendo dove bisogna sottomettersi, oppure sottomettendosi in tutto, perché non sanno quando si deve giudicare».   

3) E ALLORA, DOVE ANDARE?
«Ora, che vantaggio viene a noi quando sentiamo dire da un uomo che si è finalmente tolto il giogo, che non crede a un Dio che veglia sul suo operato, che si considera il solo arbitro delle proprie azioni e pensa di renderne conto solo a se stesso? Crede forse, così facendo, di averci convinti a prestargli assoluta fiducia e ad aspettarci da lui consolazioni, consigli e aiuti in tutti i bisogni della vita? Pretendono forse costoro di averci fatti contenti dicendoci che, secondo loro, la nostra anima non è altro che un po’ di vento e di fumo, e di dircelo con voce fiera e allegra? È mai questa una cosa da dire con allegria? O non piuttosto una cosa da dire con tristezza, come la cosa più triste del mondo?».

4) IN CAMMINO VERSO DIO
«Gli stoici dicono: « Rientrate in voi stessi: è lì che voi troverete la pace ». E questo non è vero. Gli altri dicono: « Uscite fuori e cercate la felicità nel divertimento ». E anche questo non è vero; vengono le malattie. La felicità non è né fuori di noi né dentro di noi; è in Dio, fuori e dentro di noi».

5) CRISTO, DIO DEGLI UOMINI
«La conoscenza di Dio senza la conoscenza della propria miseria genera l’orgoglio. La conoscenza della propria miseria senza la conoscenza di Dio genera la disperazione. La conoscenza di Gesù Cristo sta nel mezzo, perché è lì che troviamo Dio e la nostra miseria».

6) LA VITA DI FEDE
«Amo tutti gli uomini come miei fratelli perché sono stati tutti riscattati. Amo la povertà perché l’ha amata lui. Amo i beni perché mi danno la possibilità di aiutare i miseri. Serbo fedeltà a tutti, e non ricambio il male a quelli che me ne fanno; ma auguro loro una condizione simile alla mia, in cui non si riceve né male né bene da parte degli uomini. Cerco di essere giusto, veritiero, sincero e fedele verso tutti, con un affetto particolare per coloro ai quali Dio mi ha unito con un vincolo più stretto. E sia che mi trovi solo sia che mi trovi dinanzi agli uomini, in ogni mia azione guardo soltanto a Dio, che le deve giudicare e al quale io le ho consacrate tutte. Questi sono i miei sentimenti. E tutti i giorni della mia vita benedico il mio Redentore che li ha infusi in me, e che da un uomo pieno di debolezza, miseria, concupiscenza, orgoglio e ambizione ha fatto un uomo esente da tutti questi mali mediante la potenza della sua grazia, a cui è dovuta tutta la gloria, avendo di mio soltanto la miseria e l’errore».

Silvia Lucchetti in Aleteia

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