L’anti-presepe di piazza san Pietro

Quest’anno il presepe esposto a piazza San Pietro è stato realizzato dalla bottega d’arte Cantone & Costabile e donato a Papa Francesco dall’Abbazia Territoriale di Monte Vergine. Il presepe, in stile napoletano settecentesco, consta di 20 statue di circa 2 metri di altezza posizionate all’interno di una scenografia di circa 80 metri quadri ed è ispirato alle 7 opere di misericordia corporale che, nelle intenzioni degli ideatori, avrebbero dovuto rivivere nei gesti e nelle espressioni delle statue.

Secondo Antonio Cantone, l’autore dell’opera inedita, «questo è un presepe speciale, in quanto è stato meditato e studiato secondo i dettami e la dottrina di Papa Francesco (…) E’ un presepe particolare, che fa riflettere, non è un presepe lezioso che lascia indifferenti, ci sono delle provocazioni, ci sono delle scene particolari (…) Un’opera ricca di spiritualità e significato religioso».

Premesso che non è ben chiaro in che modo un presepe possa risultare lezioso, ossia eccessivamente aggraziato o sdolcinato, quando la rappresentazione della natività di nostro Signore è una delle tradizioni che più elevano l’animo dell’uomo e ne nobilitano i sentimenti, il complesso artistico allestito in piazza San Pietro desta più di una perplessità, soprattutto per la raffigurazione di situazioni e personaggi ambigui e financo spettrali che sembrano contraddire la lieta novella dell’annuncio cristiano: un uomo semi nudo e dai muscoli ben scolpiti sdraiato in terra; la testa di un condannato che spunta dall’interno di una minuscola cella; un cadavere con un braccio penzolante che giace su una specie di lettiga posta vicino ad una piccola grotta somigliante ad un forno in pietra; l’Arcangelo Gabriele con una ghirlanda di fiori arcobaleno; la cupola di San Pietro semi distrutta; la stella cometa che punta verso il basso come se stesse precipitando. Inoltre, i personaggi che compongono la Sacra Famiglia si trovano in una disposizione prospettica tutt’altro che ottimale. Continue reading

Le intenzioni del Papa non cambiano la dottrina

Recentemente è stato resto noto che il 5 giugno scorso papa Francesco aveva ordinato la pubblicazione negli Acta Apostolicae Sedis di due documenti, specificando che essi costituiscono «magisterium authenticum»: si tratta di una lettera con cui egli approvava i provvedimenti adottati dai vescovi della regione ecclesiastica di Buenos Aires per applicare nel proprio territorio le direttive pastorali dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia (AL), e del testo di quel pronunciamento episcopale. La pubblicazione di questi documenti ha fatto esultare alcuni cattolici che ne hanno assunto la difesa d’ufficio contro altri cattolici (non esclusi autorevoli teologi e nemmeno alcuni eminenti uomini di Chiesa, come ad esempio i cardinali Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra, Walter Brandmüller, Joachim Meisner, Robert Sarah e Gerhard Ludwig Müller), etichettati come «nemici del Papa».

La soddisfazione di quelli che si autodefiniscono «amici di Francesco» è motivata dal fatto che, secondo loro, Francesco ha voluto mettere fine alle critiche sulla presunta ambiguità di AL eliminando ogni dubbio circa la sua volontà che, a certe condizioni, i «divorziati risposati» possano accedere alla comunione eucaristica, pur continuando a convivere “more uxorio”. In effetti, il Papa scrive nella sua Epistola apostolica che il documento dei vescovi argentini «spiega in modo eccellente il capitolo VIII di Amoris laetitia. Non ci sono altre interpretazioni». A questo punto, sembra che abbiano “vinto” loro, i presunti «amici del Papa», nella loro rabbiosa polemica contro chi osava proporre “dubia” o addirittura una “Filialis correctio”. Si deve dire, con alcuni di essi, «Roma locuta, quaestio finita»? Purtroppo (per loro e per tutti), no: la questione di fondo resta aperta Continue reading

MOSCHEA A FIRENZE SU TERRENI DELLA DIOCESI Quella di Firenze è una delle tappe della conquista, che si attua lentamente, senza che ce ne accorgiamo (e con l’islam non si torna indietro)

Passo dopo passo, uno alla volta i paletti cadono tutti quanti. La notizia della prossima realizzazione della moschea a Sesto Fiorentino su un terreno acquistato niente di meno che dalla Curia fiorentina non mi lascia per nulla sorpresa, perché il tentativo di prendere ”possesso” del territorio da parte di una esigua porzione della comunità islamica italiana lo conosco bene. Ne conosco le modalità, i tempi e gli obiettivi finali. Chi legge i vari pezzi usciti sui giornali nazionali, in cui si parla di svolta storica, di enorme passo in avanti e tutta la melassa che di più non si può, di certo si può fare un’idea idilliaca della cosa, ma le cose stanno ben diversamente.
Partiamo dalle cose ”tecniche”, per così dire; innanzitutto a siglare l’intesa con l’arcidiocesi fiorentina non abbiamo visto una realtà totalmente rappresentativa dell’islam italiano. Dell’Ucoii, infatti, tutto si può dire ma che rappresenti in toto la realtà islamica italiana proprio no: non ricordo, ma forse è la mia memoria a fare cilecca, una consultazione fra i musulmani in Italia che sono meno di un milione di persone, in maggioranza di cittadinanza marocchina, onde stabilire a quale realtà o associazione appartenessero. Dunque l’accordo che l’Ucoii stringe, con relativa compravendita per la realizzazione della moschea a Sesto Fiorentino è un accordo che non può essere ascritto a tutti i fedeli di religione islamica in Italia. Sarà la moschea dell’Ucoii, niente di più niente di meno. Continue reading

La via percorribile verso la felicità

” La sola via percorribile verso la felicità consiste nell’essere uomo, donna d’Avvento: qualcuno che ascolta più di quanto non parli, qualcuno soprattutto consapevole che “Nulla è impossibile a Dio”. Se Dio ci dà poco significa che abbiamo sperato poco: è, infatti, impossibile nutrire qualcuno che non ha fame”.

G.Danneels, Le stagioni della vita 

III Domenica di Avvento anno B- Gaudete- In mezzo a voi sta uno che non conoscete …

Le letture di questa Domenica ci invitano a riflettere su tre aspetti: uno, che è quello che accompagna tutto l’Avvento: la venuta del Signore; la gioia per questa venuta; la testimonianza.

È interessante questo trittico: la venuta del Signore procura gioia, ma vi è una testimonianza da dare, perché, come dice Giovanni Battista: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”. Il motivo della gioia allora è evidente, l’incontro con il Signore che viene in prima persona ad incontrare la nostra umanità è imminente, ma è anche un altro. Se questo Signore che viene appare, per certi aspetti uno sconosciuto, chissà come se lo immaginava a la gente, che ancora non conosceva Gesù, ascoltando quello che diceva Giovanni Battista, oggi ce viene svelato il volto, almeno ce ne vengono delineati alcuni tratti caratteristici. Continue reading

Dove Dio fu senza un tetto …

Laggiù una madre senza posa camminava,
fuori da una locanda ancora a vagare;
nel paese in cui lei si trovò senza tetto,
tutti gli uomini sono a casa.

Quella stalla malconcia a due passi,
fatta di travi instabili e sabbia scivolosa,
divenne qualcosa di così solido da resistere e reggere
più delle pietre squadrate dell’impero di Roma.

Perché tutti gli uomini hanno nostalgia anche quando sono a casa,
e si sentono forestieri sotto il sole,
come stranieri appoggiano la testa sul cuscino
alla fine di ogni giornata. Continue reading

DOPO CHARLIE GARD – I medici vogliono uccidere Alfie: “La sua vita non ha senso”.

Ancora è impossibile abituarsi al fatto che il mondo anche cattolico possa permettere senza battere ciglio che delle persone vengano uccise solo perché la loro “qualità di vita” non è tollerabile da sapienti ed esperti. Eppure, dopo l’omicidio di Stato di Charlie Gard, ora sta per essere condannato anche un altro bimbo inglese. Alfie Evans, 17 mesi, di cui 12 presso l’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool, muove gli arti e gli occhi, è probabilmente affetto da un disordine metabolico per cui esistono cure, ma è tenuto praticamente in ostaggio senza terapie. Eppure, anche sotto effetto della sedazione dovuta a chi è intubato (che non sarebbe necessaria se non gli fosse stata negata la tracheostomia) e anche se i medici erano convinti che sarebbe dovuto morire un anno fa, è ancora vivo: Alfie interagisce ogni giorno, come dimostra il video postato sulla sua pagina Facebook il 7 dicembre. Ora, però, la famiglia che aveva accettato la mediazione con l’ospedale ha deciso di parlare della condizione del piccolo, denunciando i medici che hanno scritto alla Corte “che la sua vita è inutile”. A spiegare alla Nuova BQ che cosa stia accadendo è una delle persone che è al fianco della famiglia nella battaglia legale, che per motivi di sicurezza vuole mantenere l’anonimato. Continue reading

Fermate la legge sul biotestamento: appello ai senatori

«Non sia la vostra eredità di morte». Inizia così l’appello ai senatori e alle senatrici che verrà presentato oggi a Roma con un presidio in piazza Vidoni dalle 14 alle 16 dal Comitato Italia per la Vita, organizzazione che raggruppa diverse sigle del mondo pro-life.

Il manifesto è «un ultimo disperato appello ai senatori» perché fermino il Ddl sul biotestamento che potrebbe essere approvato in questi giorni.

«Sia la vostra coscienza a fermare la legge sulle Dat!», recita l’appello che si rivolge direttamente ai senatori: «Chi tra voi lascerà morire di fame e di sete un ammalato? Dar da bere e da mangiare è il segno del rispetto alla Vita, non una terapia medica. Sospendere idratazione e nutrimento è un crimine contro l’uomo e contro se stessi». «È una questione di vita, non di morte», conclude l’appello.

da: La NBQ

ALFIE COME CHARLIE. UNA FAMIGLIA LOTTA PER LA VITA DI UN BAMBINO. I MEDICI NON SANNO CHE COSA ABBIA, MA VOGLIONO “TERMINARLO”.

Un altro Charlie Gard. Sempre in Gran Bretagna, sempre in un ospedale, sempre dei medici che vogliono terminare un bambino di diciotto mesi, e i genitori che lottano per tenerlo in vita, e per portarlo altrove. Alfie Evans è in coma, affetto da una patologia misteriosa, che i medici non sono riusciti a decifrare. È ricoverato all’Alder Hey Children Hospital di Liverpool, i cui medici hanno chiesto all’Alta Corte britannica l’autorizzazione a lasciarlo morire. I suoi genitori, Katie e Thomas, si oppongono: “Stiamo vivendo un incubo. Avevamo trovato un ospedale in Italia disposto ad accogliere Alfie”, dicono. La sorte di Alfie è stata presa a cuore da moltissime persone, che esprimono il loro appoggio soprattutto su un gruppo nato su Facebook, “Alfie’s Army”. Un anno fa, nel dicembre 2016, Alfie è entrato in coma; i medici non sono riusciti a stabilere quale sia la sua malattia. I genitori stanno cercando ovunque ospedali in grado di fare una diagnosi, ma è una lotta contro il tempo, perché per i sanitari dell’Alder Hey non ci sono più speranze. “Pensano che la vita di nostro figlio sia inutile – ha scritto il padre di Alfie su Facebook – Abbiamo bisogno di tutto il vostro supporto”. La pagina FB ha registrato oltre trenta mila utenti, e migliaia di post che vengono scritti ogni giorno a sostegno del piccolo e della sua famiglia. Il gruppo ha anche organizzato una raccolta fondi per aiutare i coniugi Evans a sostenere le visite mediche e la ricerca per scoprire quale sia la malattia di Alfie. “Non stanno dando una chance a nostro figlio, lo stanno ignorando. Un dottore si è offerto volontario, voleva capire meglio la situazione di nostro figlio, ma i medici dell’Alder Hey si sono rifiutati di parlare con lui” dice il padre.

Qui sotto riportiamo un’intervista pubblicata da Provita-Onlus all’avvocato che si sta occupando di cercare di salvare Alfie. Continue reading

Multata l’opinione che per i giudici non è omofobia

Quando il diritto incontra l’ideologia, il diritto è un uomo morto. Bisogna ricorrere al linguaggio degli spaghetti western per riferire dell’ultimo colpo alla democrazia spagnola dove da tempo nel nome dei diritti Lgbt si prende a picconate l’impianto delle libertà e della democrazia. Non importa se una procura ha stabilito che la pubblicazione della piattaforma HazteOir che denuncia l’indottrinamento sessuale nelle scuole non sia affatto da considerara omofoba. Perché, dato che invece una legge regionale dell’Assemblea di Madrid la considera tale, allora questa deve essere considerata più forte. Ed è con questo spirito che il presidente dell’associazione si è visto comminare una multa di 1500 euro dalla segreteria dell’assessorato delle Politiche Sociali e Familiari della Comunità di Madrid dopo aver letto il libro “Lo sai cosa insegnano a tuo figlio in collegio? La legge dell’indottrinamento sessuale”. Continue reading