Preghiera per la Settimana Santa

Un ramo d’olivo nelle mie mani.
Gesù, è la Pasqua di passione
in cui ti consegni per amore
e sei consegnato dal Padre
e dell’amico e discepolo,
dal Giuda di turno, da me …
sei alla porta del mio cuore,
apro e ti accolgo con gioia.

Benedetto si tu, Figlio di Dio.
Benedetto sei tu, salvezza
e nostra pasqua di speranza.

Questo ramo d’olivo è per noi
sacramento del tuo amore,
per farci diventare un uliveto
ove gocciola, come nel frantoio,
l’olio della pace e la fragranza
vergine segno dell’amore.

Da messale domeniche e feste LDC 2011

La Settimana Santa

V Domenica di Quaresima- Meditazione su Giovanni Vangelo Gv 11,1-45 “Io sono la risurrezione e la vita”

In questa Domenica di fronte al dramma della pandemia del corona virus Papa Francesco ci dice che è la giornata del pianto.

Certo è la giornata del pianto per le tante vittime uccise dal virus, è la giornata del pianto per le loro famiglie che non hanno potuto restare accanto ai loro cari nel momento della malattia e del loro passaggio.

È il momento del pianto della comunità cristiana che non può celebrare l’Eucaristia porgendola al popolo di Dio e non può celebrare l’ultimo saluto a chi ci lascia per la casa del Padre.

Momento di pianto per una Pasqua diversa, inusuale che trova conforto solo nell’abbandono della fede, perché, comunque il Signore non ci lascia soli. Continue reading

Sussidio per la V Domenica di Quaresima nel periodo del corona virus in cui non si celebra l’ Eucaristia con i fedeli.

Preghiera
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità,
che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.
Egli è Dio e vive e regna con te.

Liturgia della Parola

Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

Parola di Dio

Sal 129
Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

Rm 8,8-11
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Parola di Dio

Gv 11,1-45
Io sono la risurrezione e la vita

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Continue reading

La risposta della preghiera nell’epoca del Coronavirus

«Senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5) dice Gesù e questa è una verità che molti credenti, impauriti, stanno riscoprendo durante la pandemia del Covid-19, così come si riscopre l’importanza della preghiera, della recita del Santo Rosario o della coroncina della Divina Misericordia, come pure si rivitalizzano le antiche devozioni, alle quali nessuno pensava più di dover ricorrere pensando che le pestilenze appartenessero soltanto più al passato (l’ultima pandemia fu quella dell’influenza Spagnola fra il 1918 e il 1920). Anche Papa Francesco, domenica 15 marzo, ha voluto fare un atto devozionale, secondo l’uso tradizionale della Cattolicità, per invocare il soprannaturale, in questa Quaresima di isolamento, di penitenza e di rinunce forzate per tutti, affinché Nostro Signore allontani il carico di dolore, di sacrifici, di morte. Così, il Pontefice è uscito a sorpresa dal Vaticano, accompagnato solo dalla sua scorta, per andare ad inginocchiarsi di fronte al Crocifisso miracoloso che si trova nella chiesa di San Marcello al Corso, nel centro di Roma. Questo Crocifisso, una scultura lignea del XV secolo ed esposto nella quarta cappella a destra, è stato oggetto di profonda venerazione da parte dei fedeli fin dal 1519, quando miracolosamente rimase illeso da un devastante incendio. All’immagine sacra, portata processionalmente per tutti i rioni di Roma, venne attribuita la cessazione della peste nel 1522. Infatti, il Cardinale titolare di San Marcello, Raimondo Vich, spagnolo, per implorare la divina clemenza, promosse in quell’anno una solenne processione penitenziale alla quale parteciparono clero, religiosi, nobili, cavalieri, uomini, donne, anziani e bambini che «scalzi et coverti di cenere a una et alta voce, interrotta solo da singulti e sospiri, di chi li accompagnava, gridavano “misericordia SS. Crocifisso”».

Durante quella processione, durata 16 giorni, il Santissimo Crocifisso fu collocato sopra una macchina portato a spalla per i diversi rioni di Roma e giunse fino alla Basilica di San Pietro. I cronisti dell’epoca concordano nell’affermare che dove passava la processione la peste si dileguava. A seguito di questo secondo miracoloso avvenimento, il Cardinale Vich e molti nobili romani decisero di fondare una Compagnia intitolata al Santissimo Crocifisso, che venne poi eretta canonicamente in Confraternita e i suoi statuti approvati da Papa Clemente VII il 28 maggio 1526. Durante gli Anni Santi, la miracolosa effigie viene portata processionalmente alla Basilica Vaticana e qui esposta alla venerazione di tutti i fedeli. Continue reading

ADESSO È TROPPO: LA POLIZIA INTERROMPE LA MESSA

Ecco l’articolo completo di Nico Spuntoni dal titolo “Adesso è troppo: la polizia interrompe la Messa” pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 marzo 2020:

La polizia irrompe in chiesa ed interrompe la Santa Messa dall’altare. Cronache dalla Cina comunista? No, siamo in Italia. Precisamente a Cerveteri, comune immerso nella (fu) campagna romana, noto soprattutto per essere sede di una delle più importanti necropoli etrusche. Il blitz della polizia municipale avviene nella fase finale della celebrazione che ha luogo nella parrocchia di San Francesco d’Assisi, località Marina di Cerveteri.
È appena terminato il momento più solenne della cerimonia, quello dell’Eucarestia, ma il parroco non fa in tempo a pronunciare la formula di congedo al cospetto di una chiesa vuota e dei fedeli connessi in streaming. Due vigili in mascherina, infatti, piombano dietro all’altare e con fare perentorio dicono al sacerdote che quella celebrazione non s’ha da fare. Motivo dell’intervento? Il parroco ha lasciato le porte della sua chiesa aperta e fuori, sul sagrato, ad una distanza superiore all’ormai comunemente noto metro raccomandato da decreti e circolari, sono raccolti in preghiera alcuni fedeli.
Il parroco, colto di sorpresa proprio nel momento del silenzio successivo alla Comunione, cerca di spiegare ai tutori dell’ordine di aver preso le giuste precauzioni, al punto tale che l’ingresso in chiesa è sbarrato da un leggio posto al centro della navata. Ma non c’è nulla da fare: uno dei due vigili s’impossessa del microfono e fa partire il proclama: “Allora scusate signori, non è possibile fare funzioni religiosi e agglomerarsi tutti insieme. Cortesemente, dovete allontanarvi perché non è possibile”. Il sacerdote, però, non si scompone e procede senza battere ciglio con i riti di conclusione. La scena dell’irruzione, ripresa da uno dei pochi fedeli che si trovava – come tutti i presenti – al di fuori della chiesa, è probabilmente la dimostrazione più evidente di quanto abbia ragione papa Francesco nel dire che “non sempre le misure drastiche sono buone”.

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IV Domenica di Quaresima, ciclo A 2020- “ Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”

Oggi il Vangelo di Giovanni ci fa contemplare, oltre il miracolo di una guarigione, come Gesù si ponga come “luce” che viene ad illuminare la vita dell’uomo, la vita corporale e non solo. Cerchiamo, come fa l’evangelista, di andare oltre il fatto della guarigione e cerchiamo che cosa può dire a noi, alla nostra vita, anche in questo momento di prova di difficoltà, potremmo dire di buio.

“Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita”

Può essere accaduto che in qualche momento della nostra vita ci siamo sentiti lascati soli da Dio, penso anche ai familiari delle persone decedute a causa dell’epidemia che non hanno potuto neanche essere accanto ai loro cari. Dio davvero vuole punirci in questo modo per i nostri peccati? Gesù sgombra subito il campo da ogni equivoco: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio”. Opera di Dio è poi credere in Gesù, come alla fine farà il cieco: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui”.

Dio non è cieco, anzi ci vede bene e ci vede per primo, ma che cos’è che ci impedisce di cogliere lo sguardo di Dio? È quella cecità che è frutto del nostro avergli voltato le spalle con il peccato. Non è Dio che volta le spalle a noi, ma siamo noi che guardiamo da un’altra parte. Questo vedere di Gesù verso il cieco, ma anche verso ciascuno di noi ci deve riempire di conforto perché ci dice che il Signore è il Signore della tenerezza e della misericordia. Continue reading

Schema di preghiera per la IV Domenica di Quaresima dal momento che non si può celebrare l’Eucaristia con i fedeli – sussidio

Preghiera iniziale
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio
operi mirabilmente la nostra redenzione,
concedi al popolo cristiano
di affrettarsi con fede viva e generoso impegno
verso la Pasqua ormai vicina.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Prima lettura

1Sam 16,1.4.6-7.10-13
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.

Dal primo libro di Samuele

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Sal 22

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. Continue reading

Il 19 marzo preghiamo tutti insieme San Giuseppe: appuntamento alle ore 21

I vescovi italiani, per questo momento di preghiera, suggeriscono di esporre alla finestra delle case un piccolo drappo bianco o una candela
In questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle ore 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa.

TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta (Cei News, 17 marzo).

I

“Contempliamo i Misteri della Luce”
Nel testo della preghiera che la Chiesa italiana, si legge che «in questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana prega e invita a pregare per tutto il Paese. Lo facciamo in questo giorno dedicato alla festa di San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria, patrono della Chiesa universale, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario». I vescovi invitano a contemplare «i Misteri della Luce per vivere questa preghiera come “vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria” (San Giovanni Paolo II). In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è “la luce del mondo” (Gv 8, 12) e noi vogliamo seguirlo, come discepoli, sapendo che chi lo segue “non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”». Continue reading

Preghiera a Maria (nell’ epidemia del corona virus)

Vergine del cammino, guida il nostro deserto quaresimale con il dono della speranza;
Promessa sposa di Giuseppe, donaci la fiducia di essere custoditi sempre dal Signore;
Madre del Figlio di Dio, spegni le nostre paure e accendi la lampada della risurrezione;
Donna del Calvario, accompagna sotto la croce gli ammalati, i sofferenti, le persone sole e fragili;
Regina degli Apostoli, continua ad implorare con noi, nel Cenacolo, il dono dello Spirito d’amore;
Immagine della Chiesa, regalaci uno sguardo capace di consolare i fratelli nel dolore e sostenere coloro che li curano.
Porta del cielo, accogli fra le tue braccia tutti quelli che oggi hanno concluso il loro pellegrinaggio terreno.

Ave Maria …

Erio Castellucci Arcivescovo

Modena 18 Marzo 2020

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