“Non seguiremo i pastori che sbagliano”. Manifesto di resistenza dei Pro-Life a papa Bergoglio

Negli stessi giorni in cui papa Francesco attribuisce valore magisteriale alla dichiarazione dei vescovi argentini in favore dei divorziati sposati, trentasette movimenti pro-life e pro-family di tredici diverse nazioni scendono in campo con una storica dichiarazione di separazione dagli errori di papa Bergoglio. «Se esiste conflitto tra le parole e gli atti di qualsiasi membro della gerarchia, compreso il Papa, e la dottrina che la Chiesa ha sempre insegnato, rimarremo fedeli all’insegnamento perenne della Chiesa. Se dovessimo abbandonare la fede cattolica, ci separeremmo da Gesù Cristo, a cui vogliamo essere uniti per tutta l’eternità». È questo il fulcro della Promessa di fedeltà all’insegnamento autentico della Chiesa diffusa sul sito fidelitypledge.com, con il titolo “Fedeli alla vera dottrina, non ai pastori che sbagliano”, per esprimere la resistenza dei leader dei principali movimenti di pro-vita e pro-famiglia internazionali, di fronte a parole e ad atti che contraddicono l’insegnamento della Chiesa fatti da molti e Pastori, compreso lo stesso papa Francesco. Uno dei firmatari più conosciuti, John-Henry Westen, cofondatore e direttore di Lifesitenews il maggior portale internazionale di difesa della vita e della famiglia, ha dichiarato: «Oggi, anche in alcune fedeli roccaforti cattoliche, le preoccupazioni sul riscaldamento globale hanno avuto la precedenza sull’olocausto dei bambini nel grembo materno; la disoccupazione giovanile sulla minaccia che pende sulle anime dei nostri bambini per la devianza sessuale; e l’immigrazione sull’evangelizzazione. La confusione deve finire ed è giunto davvero il momento di tracciare una linea di confine sulla sabbia».

Un altro noto firmatario, John Smeaton, direttore della Society for the Protection of the Unborn Children (SPUC), che è la più antica organizzazione pro-life del mondo, ha dichiarato a sua volta: «La fede cattolica è stata, per molti dei nostri sostenitori, la fonte della loro chiarezza sul valore di ogni singola vita umana e del conseguente dovere di proteggere tutti i bambini non nati, senza eccezione. La diffusione della negazione degli assoluti morali in tutta la Chiesa ha il potenziale di distruggere tutto ciò che il movimento per la vita ha fatto negli ultimi 50 anni: la linea del fronte si è spostata dal campo di battaglia politico nazionale e con le istituzioni internazionali come l’ONU, nel cuore della Chiesa cattolica. Negli ultimi due anni papa Francesco e le autorità vaticane hanno ceduto alla “cultura della morte” sostenendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile pro-aborto delle Nazioni Unite e promuovendo l’agenda della lobby internazionale pro-educazione sessuale attraverso Amoris laetitia e il programma pornografico di educazione sessuale elaborato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. Tutto ciò ha un effetto diretto su bambini reali e famiglie reali». «Dobbiamo incessantemente chiedere ai nostri sacerdoti e vescovi che insegnino la pienezza della dottrina della Chiesa e non collaborino, neppure per un momento, alla diffusione di errori che tragicamente vengono diffusi da Sua Santità Papa Francesco e da molti altri membri anziani della gerarchia. Se non riusciamo a prendere questa posizione, falliremo nel nostro dovere nei confronti dei bambini deboli e vulnerabili che ci siamo impegnati a proteggere».

Altre storiche associazioni aderiscono alla “Promessa di fedeltà”. Tra queste SOS Tout-Petits, il cui fondatore, il medico Xavier Dor, è stato undici volte in prigione per aver manifestato contro l’aborto; la Alianza Latinoamericana para la Familia, di Christine de Marcellus Vollmer, e la Families of the Americas di Mercedes Arzú Wilson. Sia Christine Vollmer che Mercedes Wilson, hanno servito per anni nella delegazione della Santa Sede all’ONU e sono state chiamate da Giovanni Paolo II a far parte della Pontifica Accademia per la Vita, da cui sono state “licenziate” nel 2016 insieme ad altri illustri componenti, quali Philippe Schepens, fondatore della World Federation of Doctors Who Respect Human Life e Thomas Ward, presidente della National Association of Catholic Families, che firmano anch’essi la dichiarazione a nome delle rispettive associazioni. Va citata poi l’importante presenza di Judie Brown, presidente della American Life League, la più antica organizzazione pro-life degli Stati Uniti, e tra i molti firmatari di quel Paese, il produttore del film pro-life Bella, Jason Jones, fondatore di I am Whole Life. Altre due intrepide combattenti in difesa della vita e della famiglia che firmano il documento sono: dalla Nuova Zelanda, Coleen Bayer (Family Life International) e, dalla Romania, la dott.ssa Anca Maria Cernea, rappresentante della conferenza episcopale del suo paese durante il Sinodo sulla Famiglia del 2015 (Ioan Barbus Foundation). In Germania aderisce Mathias von Gersdorf della popolare Aktion Kinder in Gefahr, e in Francia, Guillaume de Thieulloy, direttore del diffusissimo blog Salon Beige; Bernard Antony (Chrétienté-Solidarité), François Legrier (Mouvement Catholique des Familles), Jean-Pierre Maugendre (Renaissance Catholique), Yves Tillard (Action Familiale et Scolaire). In Italia, oltre la associazione Famiglia Domani fondata 30 anni fa dal marchese Luigi Coda Nunziante, c’è la Fondazione Lepanto (Roberto de Mattei), Federvita Piemonte (Marisa Orecchia), Il Cammino dei Tre Sentieri (Corrado Gnerre), Ora et Labora in difesa della Vita (Giorgio Celsi), Famiglie Numerose Cattoliche (Vittorio Lodolo d’Oria), Voglio Vivere (Samuele Maniscalco), SOS Ragazzi (Diego Zoia).

La “Promessa di fedeltà” enumera una serie di dichiarazioni e di azioni di Pastori della Chiesa su temi come la contraccezione, l’omosessualità, il divorzio, l’ideologia del gender che «hanno causato danni incommensurabili alla famiglia e ai suoi membri più vulnerabili» e afferma: «Negli ultimi cinquant’anni – si legge – il movimento pro-vita e pro-famiglia è cresciuto in dimensione e portata per far fronte a questi gravi mali, che minacciano sia il bene temporale che quello eterno dell’umanità. Il nostro movimento comprende uomini e donne di buona volontà provenienti da una grande varietà di ambiti religiosi. Siamo tutti insieme uniti nella difesa della famiglia e dei nostri fratelli e sorelle più vulnerabili, attraverso l’obbedienza alla legge naturale, impressa in tutti i nostri cuori (cfr Rm 2,15). D’altronde, in questa ultima metà di secolo il movimento pro-vita e pro-famiglia si è affidato in modo particolare all’insegnamento immutabile della Chiesa cattolica, che afferma la legge morale con la massima chiarezza. È quindi con grande dolore che negli ultimi anni abbiamo dovuto constatare che la chiarezza dottrinale e morale, su questioni legate alla tutela della vita umana e della famiglia, è stata sempre più sostituita da dottrine ambigue e persino direttamente contrarie all’insegnamento di Cristo e ai precetti della legge naturale».

«Come leader cattolici pro-vita e pro-famiglia – continua il documento – dichiariamo la nostra completa obbedienza alla gerarchia della Chiesa cattolica nel legittimo esercizio della sua autorità. Tuttavia, nulla potrà mai convincerci od obbligarci ad abbandonare o contraddire qualsiasi articolo della fede e della morale cattolica. Se esiste conflitto tra le parole e gli atti di qualsiasi membro della gerarchia, compreso il Papa, e la dottrina che la Chiesa ha sempre insegnato, rimarremo fedeli all’insegnamento perenne della Chiesa. Se dovessimo abbandonare la fede cattolica, ci separeremmo da Gesù Cristo, a cui vogliamo essere uniti per tutta l’eternità. Noi, sottoscritti, promettiamo di continuare ad insegnare e propagare i principi morali sopra elencati e ogni altro insegnamento autentico della Chiesa cattolica e che mai, per nessuna ragione, ci allontaneremo da essi».

La “Promessa di fedeltà”, che si situa sulla linea della Supplica filiale del settembre 2015 e della Correctio filialis del settembre 2017, si impone per il numero e la qualità dei firmatari, a cui fanno capo centinaia di migliaia di militanti pro-vita e pro-famiglia in tutto il mondo. Ignorarne il messaggio sarebbe un grave errore da parte della Santa Sede.

Emmanuele Barbieri – Corrispondenza Romana

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