XXXI DOMENICA ORDINARIO anno A- … non fate come fanno..

XXXI Domenica Anno A. – Fate quello che vi dicono, ma non fate quello che fanno

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Parola del Signore
_______________________________________

Gesù non mette in guardia solo la gente del suo tempo, ma mette in guardia anche noi che spesso siamo incoerenti con quello che facciamo, con quello che viviamo, anche nell’ ambito della fede.
“Scribi e farisei dal canto loro hanno sempre trascurato la loro falsità e la loro ipocrisia. Zelanti assertori della Scrittura, del Talmud (il testo contenente le tradizioni e le usanze di Israele) e legge di Mosè, quasi mai si curavano di esserne riflesso agli altri con la coerenza e il buon esempio. Per di più, sfruttavano la loro posizione per vantare diritti su tutti gli altri, per esaltarsi e per troneggiare sulla massa.” Il contenuto dei loro insegnamenti non fa una grinza, ma si servono della loro posizione per vantare diritti sugli altri. Vi è una discrepanza il loro comportamento non è in sintonia con quello che predicano che pure è dottrina pura e attendibile, sapienza divina. Continue reading

XXIX TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Parola del Signore
________________________________________________

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Continue reading

XXVI DOMENICA ANNO A : Ipocrisia

 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Parola del Signore

Nella Parabola abbiamo questi due figli. Alla richiesta di andare a lavorare nella vigna uno risponde sì poi non va, uno risponde no e va. Allora s dovessi mettere un titolo a questa parabola con una lettera metterei ipocrisia.
Cosa significa questa parola? Andiamo a vedere. Leggiamo: “Chi parla o agisce con ipocrisia, fingendo virtù, buone qualità, buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, o dissimulando le proprie qualità negative, i propri sentimenti di avversione e di malanimo.

La parabola viene raccontata “ai principi e agli anziani del popolo, ai sacerdoti” Che verranno poi ripresi da Gesù nel Vangelo che dicono e non fanno. Sono quelli che hanno detto di sì alla Legge, ma non la rispettano loro stessi. Strano questa parabola in cui un’accettazione diventa un rifiuto e un rifiuto accettazione. Due atteggiamenti, due comportamenti da parte dei farisei che si ritengono giusti e da parte dei peccatori, pubblicani e prostitute che passano avanti nel Regno di Dio.
Il secondo figlio va a lavorare nella vigna. Dopo quella che è stata una sua impulsività, ma dopo riflettendo su di sé e sul padre abbia sentito il comando diversamente, come degno di essere eseguito e così si sia deciso ad andare .

La prima riflessione è che per partecipare ai beni della salvezza eterna non è necessario appartenere ad un determinato gruppo, ma che occorre un cambiamento, quello che chiamiamo conversione, un cambiamento che viete dal di dentro e poi si esplica concretamente nei fatti della vita.
Privilegi, titoli di appartenenza non hanno valore davanti a Dio, ma è compiere la sua volontà.

Ecco allora che la parabola diventa un’esortazione rivolta a tutti noi. Infatti come nella vita si possono incontrare ipocriti così anche nella vita di fede si può esserlo. Prendersi l’impegno di vivere il nostro sì al Signore, ma poi fare come i sacerdoti, i dottori della legge, i farisei.
Non è facile il cammino di conversione, viene da un cambiamento del cuore del iniziale no, o dubbi, perplessità fino a ritrovarsi “a lavorare nella vigna del Signore.”.
La conversione produce anche l’obbedienza della fede, che opera nella carità.

Scrive un commentatore:” Nell’ ottica di Cristo il giusto non è colui che osserva la legge esteriore, ma chi è capace di liberare se stesso, di compiere un esodo dalle proprie posizioni di sicurezza e di aderire, è il cammino del cambiamento di rotta, della rinascita. “Giusto” è colui che accettando Cristo opera la propria rinascita, “peccatore” colui che si allontana dalla sua via”.
Preghiamo in questa Eucaristia affinchè anche noi diventiamo come il fratello che si ritrova a lavorare nella vigna del Signore.

Deo gratias, qydiacdon

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 2018 - La Domenica

 

Meditazione XXIII Domenica ordinario A + Dal Vangelo secondo Matteo

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Parola del Signore
_________________________________________

Correzione fraterna, come farla, perché a nessuno piace molto essere corretto, e chi corregge come la fa. Ecco allora il Vangelo di oggi.
Un antico autore di favole, Esopo, dice così: ognuno di noi porta addosso due borse: una davanti sul petto e una di dietro sulla schiena. Dentro quella che sta davanti mette gli errori e i peccati che vede negli altri, quella che sta dietro i difetti e i peccati propri. Che ne dite, quali vede meglio?
Gesù consiglia che siano gli altri a correggere i nostri difetti, perché noi non li vediamo quasi mai , quasi mai ci fermiamo a guardare su quella borsa che portiamo dietro di noi.
Ma perché ci indispone molto esseri corretti? Con ogni probabilità perchè il più delle volte non viene fatto con bontà e con amore, senza il quale non vi può essere niente di buono, figuriamoci la correzione.
Correggendo qualcuno molte volte si va a toccare il suo animo, qualche ferita o qualche punto ebole, succede, però, che molti lo fanno senza delicatezza, dimenticando i loro difetti e correggono senza delicatezza, senza bontà arrivando anche ad offendere la persona ammonita.
Gesù ci suggerisce quattro modalità per correggere.
Senza ira, a quattrocchi, correggere come fra un fratello e una sorella. Attenzione a un pericolo che è quello dell’ira, allora rimandare l’ammonimento a dopo. Poi quando l’ammonimento a quattrocchi non dà risultati possiamo farlo pubblicamente, davanti a testimoni o ai rappresentanti della Chiesa.
Cosa occorre, oltre l’amore, per imparare a correggere bene? Continuo esercizio e autocontrollo.
Nell’ Eucaristia chiediamo al Signore di riuscire a correggere sempre con amore e senza asprezza.

Deo gratias, qydiacdon

 

XXII DOMENICA ORDINARIO A – Salvare la propria vita

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Parola del Signore
____________________________________

Meditazione

Un aneddoto. Una ragazzina, dopo aver letto una bella biografia di un martire per la fede dei primi secoli
disse così alla sua mamma: “Anch’io vorrei perdere la vita, morire per la fede”. La mamma sorrise e disse Non hai bisogno di essere martire. Puoi perdere la vita per Gesù a casa e a scuola. “Come posso fare?”
Raramente fai bene i compiti, spesso vai tardi a scuola, quasi mai riesci a entrare in chiesa prima di andare a scuola, anche se ci passi vicino. Fa’ i tuoi compiti subito, alzati prima. Lascia la tua vita pigra. Cambia, abbandona la tua vita comoda e ne troverai una nuova, più bella. Così sarai un po’ martire, anche se non molto, non come santa Cecilia o santa Lucia.

Credo che questo piccolo aneddoto ci aiuti meglio a comprendere le parole di Gesù: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?”

Ci sono molti modi di perdere la vita per la fede. Quello cruento, del martirio che stanno sperimentando molti cristiani anche oggi. Anche molti modi di portare la croce sofferenze, malattie fino alla scomparsa di chi ci è caro. Ma con le parole: “Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.” Con queste parole il Signore intende perdere un certo modo di vita basato sulla ricerca egoistica della propria affermazione che è dalla quale può essere stato ammaliato Pietro che viene tacciato come tentatore e da cui non sono, probabilmente, esenti neppure gli altri. Gesù ci vuole dire, appunto, alla rinuncia di una vita egoistica. Questo significa porsi la domanda: “ Come vivo? Per la ricerca della mia comodità i miei piaceri oppure cammino sul sentiero della mia vita seguendo Gesù, il suo modo di essere dimenticando in un certo modo se stessi lavorando e aprendoci agli altri.

Non è certamente una via facile, preghiamo allora perché ci venga concesso.

Deo gratias, qydiacdon

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 2019 - La Domenica

 

XXI Domenica Ordinario A. – Chi dici che io sia ?

 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uo «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Parola del Signore
__________________________________

Il Signore ci pone, oggi di fronte una domanda fondamentale : «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Vediamo che le risposte dei discepoli sono le più disparate: Giovanni il Battista, Elia, Geremia qualcuno dei profeti. Io ho incontrato molte persone nella mia vita che mi hanno detto: Gesù un grande maestro di vita, colui che ha portato un grande insegnamento, ma nessuno che abbia dato quella risposta necessaria e vera su di lui. Tu sei Dio. Dire tu sei Dio significa spostare su di Lui il baricentro della nostra vita e della nostra esistenza. Vedere con occhi e mentalità diversa i momenti delle nostre gioie e, soprattutto, quelli dei nostri dolori, delle nostre paure.
Significa metterlo al centro della nostra vita, del nostro essere, del nostro fare, del nostro pensare.
Riconoscere ciò è un dono che ci viene dalla rivelazione e dalla fede che noi dobbiamo coltivare e fare crescere nella preghiera, nell’accostarci i Sacramenti in modo speciale l’ Eucaristia e la Confessione.

Dare il “potere” delle chiavi a Pietro nasce dalla sua professione di fede nel riconoscere Gesù come il Signore. Rammentiamoci, allora, che ci sarà anche per noi il momento delle Chiavi e speriamo che le porti del Regno ci vengano aperte. Chiediamolo in questa Eucaristia.

Deo gratis, qydiacdon

Primato di Pietro - Wikipedia

XX Domenica Ordinario A: fede? Hai detto fede?

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure”
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore
___________________________________________
Potremmo intitolare la nostra riflessione: “La donna delle briciole” riprendendo quello che dice la Cananea a Gesù: “i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Il Signore aveva insegnato e guarito fino ad allora solo fra gli ebrei, come gli aveva comandato il Padre. Nel Vangelo Matteo ci racconta che ora si sposta al nord.
Lì incontra questa donna, che è una madre che gli chiede di liberare da un demonio. Le risposte di Gesù sono scostanti, ma questa donna non si arrende e alla fine riesce persino a fargli cambiare idea.
La prima parola che questa donna rivolger Un commentatore ha scritto: “. Una donna pagana lo “converte” da maestro di Israele a pastore di tutto il dolore del mondo. Infatti non si esce indenni dall’incontro con il fuoco, con la splendida arroganza di un amore di madre.” Cosa può la potenza dell’amore di una madre.”
La prima parola che rivolge a Gesù è la più antica delle preghiere cristiane, che diciamo anche durante la Messa: “Kyrie eleison, cioè Signore pietà.”
Signore abbi pietà del mio dolore, abbi pietà del dolore di una madre.
Poi questa donna sembra sbarrare il passo a Gesù, buttandosi a terra davanti a Lui, dicendo Signore aiutami.
Alla fine la risposta liberatoria. «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Vi sono creature da saziare che hanno solo bisogno di essere saziate dall’ amore, dalla compassione.

Nel giorno in cui avremo poca fede o troppo dolore, quando verrà, dal fondo dell’essere, solo un gemito senza parole «Ho paura, aiutami, sto affondando», in quel momento Dio si farà vicino come pane per i figli, come briciole per ogni cucciolo d’uomo. «Grande è la tua fede».
Grande è ancora la fede sulla terra, perché grande è il numero delle madri, donne di Tiro, di Sidone, di dovunque, che non sanno il Credo o il catechismo, ma sanno il cuore di Dio. Sanno che Dio ama con cuore di carne, con cuore di madre. ( Ermes Ronchi)

Deo gratias ,qydiac don

Liturgia della XX Domenica del T.O. Anno A - www.maranatha.it

XIX Domenica Tempo ordinario : Tempeste

 

Dal Vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Parola del Signore
__________________________________

Il Vangelo ci narra oggi di tempeste e salvataggi, in modo particolare di Pietro.
Questo vecchio pescatore che oscilla fra una fede quasi bambina, potremmo dire, ma anche un po’ folle. Siamo sula lago di Genesaret. Gesù dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci è salito sul monte a pregare, mentre ha mandato i suoi a precederlo sull’ altra riva. Ad una certo momento ecco La tempesta :“ La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario” .
La traversata del lago mi fa pensare a quella traversata che anche noi dobbiamo compiere nella nostra vita, per approdare ad un’altra riva diversa da questa, quella più grande e meravigliosa che è quella della vita eterna.
Ma la navigazione non è sempre liscia, il mare non è sempre in bonaccia e i venti non sempre favorevoli. Ed ecco tutto sembra affondare e si affaccia in noi la paura. Difficoltà, una malattia, persona che amiamo e che fanno
l’esperienza del dolore e della sofferenza, fino a sperimentare la mancanza di chi ci è caro.

Ecco allora anche il nostro grido: “Signore salvaci”. Quel Signore che c’è e ci viene incontro. Che passa dentro le tempeste della nostra vita e della nostra storia, ma che non sappiamo riconoscere e diventa anche per noi “un fantasma”. E lui che continua a dirci «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Allora qualcosa in noi si risveglia. Se tu lo comandi io verrò a te, anche fra le prove, le tempeste, le sofferenze che la vita mi riserva. “ Vieni” Ed ecco che mi dirigo verso di te. Ma la paura, la mia fede ancora piccola e bambina mi fa vacillare e comincio ad affondare.
Ma Gesù tende la mano, ci tende la mano.
Un commentatore scrive, qui io mi identifico con lui : “ho affrontato le mie tempeste e non sono scappato; ho guardato negli occhi le onde e il vento e la paura e ho gridato. E le mie ferite, le ferite che mi sono anche inferto da solo, Dio le ha attraversate con una carezza. E mi ha detto: ci sono qua io, non temere. Proprio là il Signore ci raggiunge, al centro della nostra fede piccola. Ci raggiunge e non punta il dito per accusarci ma stende la mano per afferrarci. E allora la bufera diventa carezza, il grido nella tempesta diventa abbraccio tra l’uomo e il suo Dio.”

Rimaniamo fondati nella fede nel Signore, chiediamolo in questa Eucaristia che stiamo celebrando e non smettiamo di dirgli Signore salvami con la preghiera, con i Sacramenti, con l’ ascolto della sua Parola e nel mare della nostra arriverà una grande bonaccia, in modo tale da poter raggiungere l’ altra riva. TERMINO CON QUESTA PREGHIERA: Signore aumenta la nostra fede”

Qy diacdon

Domenica 6 – 8 Trasfigurazione del Signore

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Parola del Signore

___________________________________

Celebriamo oggi la solennità della Trasfigurazione di nostro Signore Gesù Cristo sul Monte Tabor. A raccontarci questo momento glorioso e luminoso della vita del Signore e degli Apostoli è San Matteo nel suo Vangelo.
Difficile spiegare cosa accade e Matteo lo fa in un modo molto sintetico, abbiamo ascoltato. Difficile dire quale sarà stato ciò che hanno visto Pietro, Giacomo, Giovanni .

“Indubbiamente lo scopo della trasfigurazione di Cristo almeno in una parte di quella che era la Sua gloria divina era quello di far sì che la “cerchia ristretta” dei Suoi discepoli potesse ottenere una maggiore comprensione di Chi fosse Gesù. Cristo subì un drammatico cambiamento fisico per far sì che i Suoi discepoli potessero osservarLo nella Sua gloria. I discepoli, che Lo avevano conosciuto solo nel Suo corpo umano, adesso avevano una più grande comprensione della divinità di Cristo, sebbene non potessero capirlo totalmente. Ciò diede loro la rassicurazione di cui avevano bisogno dopo avere ascoltato le notizie sconvolgenti della Sua morte imminente.”

Quindi anche noi dobbiamo andare oltre a pensare ad un Gesù costriuto sul nostro modo di pensare: maestro, taumaturgo, e pur contemplandolo nella sua umanità non dimenticare che è pur sempre Dio con noi, che fa strada con noi, che vuole essere nostro compagno di vita.

Qualche commentatore dice che Pietro, Giacomo, Giovanni, contemplarono Gesù nella gloria del paradiso, dove speriamo non tanto per nostri meriti, ma per la sua misericordia di ritrovarci assieme a lui e a noi.

Essa (la trasfigurazione) Essa ci rivela la gloria della Trinità;
Essa ci rivela la gloria di Cristo come Dio incarnato;
Essa ci rivela la gloria della persona umana;
Essa ci rivela la gloria dell’intero cosmo creato.

La nube

Per chi ama camminare in montagna, non c’è cosa più bella che alzarsi di buon mattino, sfruttare l’aria fresca all’ombra di un sole che ancora non fa sudare, mettersi in cammino, e giungere in vetta mentre il sole pittura l’aria, i monti e la natura tutta con lo splendore della sua luce. Poi, però, spesso in maniera improvvisa (come in questa estate, nella quale il tempo sembra proprio divertirsi a smentire le previsioni meteorologiche) il cielo comincia a “guastarsi”: nuvole sempre più grosse e minacciose si avvicinano per farti capire che non è il caso fermarsi troppo. E allora, si scende a valle di corsa, con un po’ di apprensione. Ma non solo la bellezza, purtroppo, cambia e trasfigura il mondo e la nostra vita: spesso, vita e mondo vengono trasfigurati dalla nube – sempre minacciosa e sempre in agguato – del dolore e della morte. Del dolore, più che della morte; perché la morte non trasfigura, la morte distrugge, e tutto termina lì. Il dolore invece è capace di trasfigurare tutto: la natura, i volti e i corpi delle persone, e soprattutto la vita, l’anima. È sufficiente guardarci intorno, accendere la televisione, navigare in rete, per vedere in continuazione immagini della natura e di persone trasfigurate dal dolore di avere perso tutto, proprio a causa di nubi spietate: la casa, i risparmi di una vita, le idee e i progetti per il futuro, spesso gli affetti più cari. Al di là di ciò che riesce a fare un clima reso sempre più pazzo dai nostri comportamenti, presto o tardi, chi più chi meno, tutti quanti veniamo trasfigurati dalla vita: sarà anche solo per il peso degli anni.

Ma ci sarà una trasfigurazione ulteriore, quella che opererà il Signore quando verrà nella gloria per quelli che in Lui hanno creduto, amato e sperato e allora saremo tutti bellissimi e luminosi.
In questa Eucaristia, quando faremo la S. Comunione chiediamo al Signore di farci vedere un po’ della luce della trasfigurazione.

Deo gratias, qy diacdon.

 

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) … Il tesoro nascosto

 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

___________________________________

A quanti di noi piacerebbe trovare un tesoro? Allora vi racconto un episodio. Nel 1897 nell’ Africa meridionale, nel Transvaal un mercante passava per un villaggio. Vicino alle ultime case, c’era un gruppo di ragazzi che giocavano nella sabbia. Uno di loro teneva in mano una oggetto che brillava al sole. Il mercante fermò il cavallo e chiese cosa avesse nella mano, Una pietra rispose il ragazzo sorridendo. Il mercante prese dalla tasca qualche perlina di vetro e chiese al ragazzo di scambiarla con la pietra, il ragazzo accettò. Il mercante andò subito dal gioielliere della città più vicina, mostro la pietra e chiese cosa fosse. La risposta del gioielliere fu un grande e preziosissimo diamante. Il mercante non disse da dove proveniva, raccolti molti soldi tornò al villaggio e acquisto tutto il campo dove giocavano i fanciulli e trovò altri diamanti.

La Parabola che racconta Gesù ci dice che vi è un tesoro più grande anche dl più grande diamante del mondo, questo tesoro è Lui stesso e con Lui la scoperta dell’ amore misericordioso del Signore che in lui si rende presente nel mondo.
Questo è un tesoro che se noi l’ accogliamo, lo troviamo nessuno ci potrà mai togliere. Denaro, diamanti, oro possono essere rubati, ma l’ amore, la speranza, la vita eterna se noi accogliamo Gesù nella nostra vita non ci potranno mai essere sottratti .

“La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.” Scrive Paolo, lettera ai Romani capitolo 5.

E in questa speranza, nella continua ricerca del tesoro prezioso che è la Parola di Dio, da custodire con la preghiera, i Sacramenti, le opere di carità andiamo avanti giorno dopo giorno nella scoperta di una tesoro prezioso più grande di noi .

Deo gratias, qy diacdon.

 

 

.

PANEQUOTIDIANO, «UN TESORO NASCOSTO NEL CAMPO; UN MERCANTE CHE VA IN CERCA DI PERLE PREZIOSE» – #InCammino